«È unico esempio nella moderna storia delle Arti Italiane, che una donna abbia contribuito alla restaurazione del buon gusto, e abbia fatto anche essa un qualche argine al cattivo, che largamente si dilatava»(1).
Con queste parole Giovanni Gherardo De Rossi introduce la pittrice Angelica Kauffmann in una delle prime biografie a lei dedicate.
Angelica nasce a Coira, città svizzera del Canton Grigioni, il 30 ottobre del 1741 dal pittore nativo di Schwarzenberg Giovanni Giuseppe Kauffmann e dalla moglie Cleofe Lucin. Quando la bambina ha appena un anno la famiglia si trasferisce a Morbegno, dove il padre deve realizzare dei ritratti. È proprio lui ad avviare Angelica fin da giovanissima al mestiere di pittrice, «ogni stampa, ogni modello di gesso, ogni dipinto fissava la sua attenzione; e passava essa i giorni nello studio del padre, pascolando la curiosità di tali oggetti con quella allegra soddisfazione, con cui i fanciulli sogliono spendere le ore nei trastulli e nei giuochi»(2).
Mentre il padre si occupa dell’educazione artistica di Angelica, la madre si assicura che la giovane riceva anche un’istruzione alle lettere, alle lingue e alla musica. La formazione di Angelica, che procede incessante già a partire dagli otto anni, spinge il pittore a creare dei momenti di pausa e distrazione per la figlia che però preferisce dedicarsi senza sosta alle attività artistiche.
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