Grandi mostre. 5
LA DOGARESSA TRA STORIA E MITO A PORTOGRUARO

Una first lady
ANTE litteram

NELLE SALE DEL PALAZZO VESCOVILE PROSEGUE IL PROGETTO ESPOSITIVO INTERAMENTE DEDICATO, PER LA PRIMA VOLTA, ALLE DOGARESSE E ALLE DONNE CHE NEL TERRITORIO VENEZIANO, DAL MEDIOEVO AL NOVECENTO, HANNO AVUTO UN RUOLO CRUCIALE NEL CAMPO CULTURALE E IMPRENDITORIALE.

Susanna Paparatti

Hanno influenzato la cultura del loro tempo e della Serenissima al pari dei dogi dei quali erano consorti, eppure a loro, paragonabili per molti aspetti alle attuali “first ladies”, non era mai stata dedicata una rassegna. Nata dal Protocollo operativo siglato tra la Fondazione Musei civici di Venezia (MUVE), il Comune di Portogruaro (Venezia) e il Distretto turistico Venezia orientale al fine di realizzare progetti culturali che mettessero in evidenza anche il legame storico tra la “grande” Venezia e la “piccola” Venezia – così era definita Portogruaro –, la mostra La dogaressa tra storia e mito nelle sale di Palazzo vescovile di Portogruaro, fino al 19 maggio, offre una panoramica sulla venezianità al femminile dal Medioevo al Novecento.

Il periodo preso in esame rappresenta quindi il “fil rouge” attraverso il quale vengono descritte le figure non solo delle dogaresse ma anche delle donne, altrettanto importanti, che si sono impegnate con non meno determinazione dei mariti affinché Venezia fosse il cuore pulsante dell’arte, della cultura e dell’imprenditorialità.

Tra queste ultime, vissute a Portogruaro, alcune spiccano in modo particolare. Isabella da Passano signora della Frattina (1542-1601), per esempio, moglie di Marco della Frattina, inquisita per eresia dal Santo Uffizio, uscita indenne, dovette salvaguardare l’immagine di donna erudita, al pari degli uomini; Lucia Memmo (1770-1854), moglie di Alvise Mocenigo, colta figlia di un diplomatico, viaggiò molto, fu mecenate e del padre completò la pubblicazione degli Elementi dell’architettura lodoliana; infine, Marta Vacondio (1931-2016 ), più nota come Marta Marzotto, che trovò nel matrimonio con il conte Umberto Marzotto un modo per affermare la sua particolare visione della moda e del vivere.


Francesco Hayez, I due Foscari (1840-1850 circa), Firenze, palazzo Pitti, Galleria d’arte moderna.