Nato ad Atene intorno al 495, si affacciò alla politica nel periodo del contrasto fra il conservatore Cimone, sostenitore della collaborazione con Sparta e fedele ai valori aristocratici dell’Aeropago (sede del più antico tribunale della “polis”, che traeva il suo nome da quello dalla collina su cui sorgeva), e il democratico Efialte, con cui Pericle stesso mirava a favorire il “demos”, il popolo, che aveva svolto un ruolo fondamentale nella vittoria della flotta voluta da Temistocle. Mirava anche a mantenere il ruolo-chiave di Atene nella lotta contro la Persia, tuttora temibile malgrado l’esito disastroso delle spedizioni di Dario e di Serse. Nel 464 Sparta entrò in guerra con Messene e Cimone, in nome dell’alleanza da lui voluta, partì per portare il sostegno suo e di quattromila opliti: Efialte e Pericle ne approfittarono per esautorare l’Aeropago a vantaggio della Boulé (un Consiglio di cinquecento membri) e della Ecclesia (assemblea popolare). Esiliato nel 461 Cimone proprio in quanto filospartano, morto però nello stesso anno anche Efialte, Pericle rimane in pratica dominatore della scena sia all’interno della “polis”, sia all’esterno.
L’ATENE DI PERICLE. FIDIA SULL’ACROPOLI
(E A DELFI) PRIMA DEL PARTENONE
In una fase centrale del V secolo a.C. si colloca la figura di Pericle, che domina la scena fra 460 e 429.