DALL’AMAZZONE DI EFESO
ALLO ZEUS DI OLIMPIA

Ultime tappe del percorso di Fidia, si diceva, in Asia Minore e nel Peloponneso. In Asia, gli efesini avevano bandito intorno al 435 a.C. un concorso per la creazione di una statua in bronzo: una Amazzone ferita da collocare nel santuario di Artemide.

Sì, l’Artemision di Efeso, una delle sette meraviglie del mondo antico (di un’altra abbiamo già parlato e riparlermo fra poco: lo Zeus di Olimpia opera di Fidia). Due singolarità da segnalare: mentre ad Atene le amazzoni erano considerate figure ostili, e come tali erano state trattate anche da Fidia (metope del Partenone, scudo di Atena parthenos), nell’Artemision esse comparivano come eroine degne di fare compagnia alla dea. Seconda singolarità: per scegliere l’opera migliore fu bandito un concorso a cui parteciparono cinque grandi scultori, cioè Policleto, Fidia, Cresila, Phradmon, Cydon. La commissione giudicatrice era formata dai concorrenti stessi (si conoscono anche altri casi di composizioni di giurie come questa, che a noi può apparire strana, anche in campo politico): nel primo scrutinio ognuno votò per sé, nel secondo tutti votarono per Policleto, che così risultò vincitore.


Busto di età romana (130-150 circa d.C.), particolare ispirato allo Zeus di Olimpia (435 a.C.) di Fidia; Londra, British Museum.