XXI Secolo
ARTE IMMERSIVA

UN'ESPERIENZA
MULTISENSORIALE

Con la tecnologia si possono creare spazi d'arte inaspettati, in continuo divenire, ambienti dove lo spettatore si trova a essere fortemente coinvolto dal punto di vista percettivo, mentale ed emotivo.

Lorella Scacco

Immersività è un termine sempre più presente nella comunicazione di oggi. Nelle arti visive, il fenomeno dell’arte immersiva viene descritto nei comunicati stampa delle mostre, nelle recensioni sulle riviste d’arte e nei programmi televisivi. Negli ultimi anni sono stati pubblicati vari articoli e libri su questo fenomeno da storici dell’arte e teorici dei nuovi media. L’arte immersiva si può definire come un’esperienza multimediale in cui i visitatori interagiscono con le opere d’arte mentre sono immersi dal punto di vista sensoriale, emotivo e cognitivo.

Si possono delineare due principali forme di spazialità immersiva nelle arti digitali: il videoambiente immersivo e la realtà virtuale. I videoambienti immersivi uniscono immagini proiettate, suono e architettura. Il visitatore si trova spesso a condividere lo spazio fisico e l’esperienza artistica con altre persone nell’ambiente immersivo, a differenza dell’esperienza nella realtà virtuale. Per immergersi in una realtà parallela gli spettatori necessitano di indossare un visore che isola momentaneamente l’utente. Nella realtà virtuale l’interazione avviene in modo immaginario, in un mondo generato dal computer. Questo stato di immersione nella realtà virtuale è più vicino a una condizione di assorbimento, e differisce dagli ambienti artistici immersivi dove gli spettatori possono camminare liberamente in un ampio spazio. Infatti, se con il visore, lo spettatore è trascinato in un’area totalmente virtuale, i videoambienti immersivi si situano sulla soglia tra realtà virtuale e realtà fisica. Il luogo di interazione dei videoambienti è nel dominio dell’utente, non in quello del sistema informatico. Sebbene l’ambiente possa essere intriso di tecnologia, in questo caso «il computer stesso passa in secondo piano», come nota lo studioso Paul Dourish(1).

Tra le tecnologie più importanti per l’allestimento di ambienti immersivi c’è il “videomapping” con le sue molteplici declinazioni. In particolare, questa tecnologia permette di trasformare qualsiasi superficie in un display dinamico andando a modificare e ad arricchire la percezione sensoriale. La proiezione spesso garantisce una visione a trecentosessanta gradi che cala totalmente lo spettatore nel flusso della visione. Artisti internazionali di diverse generazioni hanno realizzato degli ambienti immersivi. Nel campo della videoarte, ricordiamo Eija-Liisa Ahtila, Doug Aitken e Pipilotti Rist, mentre in campo computazionale teamLab e Refik Anadol.


Refik Anadol Studio, Unsupervised (2022), in mostra al MoMA - Museum of Modern Art di New York (19 novembre 2022 - 29 ottobre 2023).