Studi e riscoperte. 2
LA SALAMANDRA

NATA NEL FUOCO?

LA SALAMANDRA, PICCOLO ANFIBIO NERO DALLE MACCHIE GIALLE CHE ABITA I NOSTRI BOSCHI, IN PASSATO VENIVA RITENUTA LO “SPIRITO DEL FUOCO”. NELLA STORIA DELL’ARTE, DOVE LA SUA RAPPRESENTAZIONE È RICORRENTE, EMERGE SEMPRE IL LEGAME CON QUESTO ELEMENTO. QUAL È L’ORIGINE DI UNA SIMILE CREDENZA?

Damiano Fantuz

Palazzo Grimani, legato a una delle famiglie più importanti per la storia di Venezia, oggi è sede museale e nella prima metà del 2021 sono stati effettuati dei lavori di restauro in una delle sale, la sala di Psiche. L’obiettivo dell’intervento era ridare all’elegante ambiente l’aspetto che aveva nel Cinquecento, ma mentre venivano svolte le operazioni comparve improvvisamente una canna fumaria sotto una delle pareti. La canna venne “seguita” fino a terra, e vennero trovati anche il camino a essa collegato e la lastra scolpita che lo decorava. Una grande lastra con un’imponente salamandra giacente tra le fiamme, che colpisce ancora per la cura dei suoi dettagli. Una salamandra in un camino, di cui non era rimasta alcuna traccia in nessuna delle fonti a noi note.

Ma che cosa ci fa una creatura che dovrebbe essere un anfibio, quindi legata all’acqua, in mezzo alle fiamme? Strano a dirsi, ma alla salamandra è sempre stato attribuito un legame mitico con il fuoco, anche da prima della nascita di Cristo, come raccontano diverse fonti antiche. La Torah narra di una creatura che si genera nel fuoco, persino impossibilitata a vivere al di fuori di esso. Aristotele conferma che la salamandra nasce in mezzo alle fiamme, e qualche secolo dopo il naturalista romano Plinio il Vecchio parla della pelle gelida come il ghiaccio dell’anfibio, in grado di stare tra le fiamme non solo senza consumarsi, ma anche di spegnerle al contatto. Tutte queste credenze nascono dall’abitudine dei piccoli anfibi di rifugiarsi nelle cavità umide dei tronchi d’albero. Così, quando la legna veniva raccolta nei boschi e messa sulle braci, la salamandra, sentendo il calore, usciva dal suo nascondiglio, come se fosse uscita dal fuoco… Un episodio che rievoca anche Benvenuto Cellini nella sua autobiografia, che quando era ancora bambino vide una salamandra nel fuoco del suo caminetto. Tale convinzione ha poi generato una serie di credenze popolari, rendendo l’animale anche in grado di generare fuoco oltre che di spegnerlo, dandogli una serie di significati allegorici legati allo stesso elemento. Ormai il tempo aveva concretizzato le supposizioni, e Cesare Ripa, nella redazione dell’Iconologia nella seconda metà del Cinquecento, un importantissimo repertorio di immagini simboliche, identifica la salamandra come uno degli attributi principali dell’allegoria del Fuoco.


La Castità regge uno scudo con una salamandra tra le fiamme, decorazione del XIII secolo del portone principale della cattedrale di Notre-Dame di Parigi (1163-1250).