Grandi mostre. 3
L’ESPRESSIONISMO DEL CAVALIERE AZZURRO A LONDRA

L’anima
del nuovo secolo

UN’ARTE ATTENTA NON SOLO A FORMA E COLORE MA ANCHE A RITMO E ARMONIA. UNO SPAZIO PITTORICO SENZA CONFINI, DOVE CONVERGONO PIÙ DISCIPLINE. QUESTE LE BASI DEL BLAUE REITER, IL CAVALIERE AZZURRO, GRUPPO CRUCIALE DELL’ESPRESSIONISMO TEDESCO, ORA AL CENTRO DI UN’ESPOSIZIONE ALLA TATE MODERN.

Valeria Caldelli

Un cavaliere si lancia al galoppo nell’universo in sella al suo destriero. Con il suo mantello blu al vento è il simbolo del progresso e con il suo dinamismo collega il passato al presente e al futuro.

Siamo nei primi anni del Novecento. Vasilij Kandinskij sta prendendo un caffè sotto il pergolato del giardino di Franz Marc a Sinseldorf, un paesino verdeggiante dell’Alta Baviera.

I due artisti parlano di arte e “rivoluzioni”, di richiami spirituali e cromatismi, di realtà visibile e mondo interiore. Entrambi amavano il blu, colore mistico e astrale, Marc aveva una passione per i cavalli e Kandinskij per i cavalieri. Tutti e due li avevano già dipinti in precedenza, il primo nella sua intenzione di mostrare la natura arcaica e inalterabile degli animali nell’epoca della nascita delle automobili, il secondo nel suo percorso artistico iniziato con le fiabe russe. Nacque così il “Blaue Reiter” (“Il Cavaliere azzurro”), almanacco pubblicato nel 1912, manifesto fondatore di un movimento che non definiva uno stile, ma intendeva unire arte, letteratura e musica di ogni parte del mondo in un concetto di transculturalità e internazionalismo, purché fosse salvo il principio che non era importante la realtà visibile, bensì le sollecitazioni spirituali e interiori che dalla realtà derivavano. Quel soldato medievale e il suo cavallo si erano dunque trasformati in messaggeri di lotta e di conquista di nuovi spazi, compendio programmatico delle nuove avanguardie. «L’arte non conosce confini o nazioni», scriverà Kandinskij, «ma solo umanità». Ma prima ancora di gridare i suoi principi in un almanacco, il Cavaliere azzurro era stato protagonista di una mostra alla Galleria Thannhäuser di Monaco, inaugurata il 18 dicembre 1911, nella quale vennero esposte non solo opere di Kandinskij e Marc, ma anche quelle di molti altri artisti di vari paesi, dalla Francia alla Russia.


Franz Marc, Tigre (1912), Monaco, Lenbachhaus, come tutte le altre opere riprodotte in questo articolo.