Grandi mostre. 7
L’ARTE SHINHANGA A TORINO

Nel flusso
del cambiamento

Per la prima volta in Italia un progetto espositivo dedicato all’arte nipponica Shinhanga, movimento affermatosi all’inizio del Novecento e proseguito fino agli anni Quaranta che, senza rinnegare la tradizione ukiyo-e, apre la strada verso un nuovo linguaggio visivo.

ARIANNA TESTINO

È un debutto in piena regola l’evento espositivo allestito a palazzo Barolo, nel centro di Torino, fino al 30 giugno. Gli occhi sono infatti puntati sulla prima mostra italiana dedicata a un entusiasmante – e poco noto – capitolo dell’arte nipponica. Shinhanga. La nuova onda delle stampe giapponesi, presentata da Vertigo Syndrome e curata da Paola Scrolavezza con la consulenza di Marco Fagioli, offre al pubblico l’occasione di ammirare oltre ottanta opere originali realizzate da alcuni dei più importanti maestri “shinhanga”, movimento che, all’inizio del secolo scorso, rivoluzionò i dettami della stampa ukiyo-e schiudendo le porte alla modernità. Il carattere innovativo di questo movimento è racchiuso nel suo stesso nome: shinhanga, il cui significato letterale è “la nuova xilografia”, trae origine dal linguaggio artistico di autori come Ito¯ Shinsui e Kawase Hasui, i quali, nel 1916, presero le distanze dai temi delle stampe ukiyo-e, scegliendo di introdurre soggetti e atmosfere connessi alla vita di ogni giorno e al fermento culturale che animò il Giappone fra le due guerre. Nella cornice di un periodo storico attraversato da un forte senso di libertà, il movimento shinhanga, affermatosi agli esordi della democrazia Taisho¯ e proseguito fino agli anni Quaranta del Novecento, sostituisce i ritratti di celebri figure femminili e le vedute di paesaggi altrettanto famosi con donne immortalate durante le attività quotidiane e scorci di sobborghi cittadini o ambienti rurali.


Itō Shinsui, Il volano (1945-1957 circa).