La pagina nera

OH CHE BEL CASTELLO:
SENZA IL SISMA ERA BELLO

Fabio Isman

Galeazza, vicino a Crevalcore (Bologna): qui giace un maniero di epoca medievale, voluto da un condottiero e rimasto intatto fino al terremoto del 2012. Tra i proprietari, i nobili Falzoni Gallerani, che nella seconda metà dell’Ottocento lo implementano in modo significativo. Prima dell’anno fatale la storica dimora è stata anche sede di un’associazione culturale americana. ma ora, senza cure, È in completo sfacelo.

Bene o male, dal Medioevo era arrivato fino a noi: un castello imponente, che ha vissuto fasi costruttive diverse e avvenimenti di rilievo, ma ora è abbandonato, in disarmo. Eppure, aveva cento stanze e una torre di fine Trecento. Questa è la storia, assai triste, del castello di Galeazza Pepoli, vicino a Crevalcore di cui è una frazione, in provincia di Bologna: il terremoto del 2012 gli ha inferto il colpo di grazia. Ed era uno dei più bei manieri di tutta la Val padana, con alle spalle vicende assai curiose.

La sua parte più antica si deve a Galeazzo Pepoli: comandante di ventura che, con le sue “ottocento lance” difese papa Urbano VI Prignano contro l’antipapa Clemente VII e contro le truppe bretoni; poi, combatterà anche a Firenze, Padova, Milano e Bologna. Agli inizi del 1400 si ritira in un’esistenza più comoda e meno rischiosa. Per questo, anni prima, aveva edificato una torre di avvistamento e di guardia: la parte primordiale di tutto il complesso. Alla maestosa “Galeazza”, ne sovrappone un’altra più piccina, sottile, affusolata e graziosa, che chiama torre Anna in onore della moglie: con lei, si dedica alla vita privata, dopo oltre quarant’anni di conflitti e di tante scaramucce. L’ultimo incarico pubblico era stato quello di vicario e castellano di Cento (Ferrara). Muore nel 1415.

Compiamo un salto di qualche secolo: le maggiori aggiunte al complesso, che è a quaranta chilometri da Bologna, risalgono al 1870. Tutto era divenuto di Alessandro Falzoni Gallerani, un signore di Cento, che vuole e commissiona un palazzo in forme neogotiche attorno alla torre. Gallerani aveva buon gusto e amava l’arte. Non solo: si incapriccia anche di un cavallo che trottava come nessun altro, si chiamava Vandalo, e apparteneva alla scuderia dei Costabili di Ferrara.

L’equino godeva di una fama già consolidata: non c’era corsa che non vincesse. Lo voleva perfino Vittorio Emanuele II; però, lo giudica «inservibile». Finisce al gentiluomo di Cento, e vincerà trecento corse. Diventerà una leggenda, condotto dal suo “driver” Ricciardo Bonetti: gli hanno dedicato addirittura un libro(*). Ma questa è un’altra storia: torniamo al nostro castello.

La residenza della famiglia Gallerani possedeva un elegante giardino; e tra le sue cento stanze, numerose erano dedicate agli ospiti, con soffitti a cassettoni dai colori accesi, oltre alle parti riservate alla servitù, alle cucine e alle cantine. C’erano delle scale monumentali verso i piani nobili; vi imperavano lo sfarzo e il lusso. Dalla torre era sorto un edificio con una pianta a U, e un cortile nel mezzo. La manutenzione continua gli concede di arrivare in buone condizioni fino a un passato abbastanza recente. Nel 2003 almeno una parte del palazzo/ castello passa a un eclettico americano amante dei libri, della musica e del nostro paese. Ne fa la sede della sua associazione, la Reading Retraits in Rural Italy, dotata di una biblioteca ben fornita, e soci da più parti del mondo. Organizzava soggiorni di lettura, mostre, concerti e altro ancora. Il luogo metteva a disposizione quattro camere per gli ospiti, senza bagno privato, ma con stufe per i mesi più rigidi. Cucina, due toilettes in comune, tre pianoforti e un giardino di quattro ettari attorno. Insomma, un posto ideale per un buon relax.



Il castello di Galeazza Pepoli, Crevalcore (Bologna), nella sua costruzione originaria d’epoca medievale, distrutto dal terremoto del 2012, è in totale abbandono. Un interno col soffitto sfondato.