Studi e riscoperte
LE PRIME IMMAGINI
DEI NATIVI AMERICANI

NEWS DAL MONDO NUOVO

QUAL È LA PRIMA RAFFIGURAZIONE DI UN NATIVO AMERICANO, OPERA DI UN ARTISTA OCCIDENTALE, GIUNTA FINO A NOI? CI SONO TRACCE CHE PORTANO IN VATICANO E ALTRE IN PORTOGALLO.

Mauro Zanchi

Nel 2013 Antonio Paolucci scrisse un articolo(1) in cui affermava di aver trovato quelle che avrebbero potuto essere in assoluto le prime immagini degli indios americani in un’opera pittorica europea del XV secolo, realizzata poco dopo il primo viaggio di Cristoforo Colombo nel Nuovo mondo. A seguito di un intervento di restauro all’affresco La Resurrezione di Cristo (1492-1494) di Pintoricchio, dipinto in una delle sale dell’appartamento di Alessandro VI in Vaticano, è affiorato uno schizzo raffigurante alcuni uomini nudi, raggruppati sullo sfondo, dietro l’evento della resurrezione di Cristo. Per Paolucci le figure potrebbero corrispondere alle descrizioni degli indigeni che Cristoforo Colombo fece nei suoi scritti al momento dell’arrivo nelle terre dei nativi americani, il venerdì 12 ottobre 1492: «Vedemmo gente nuda […] buona ed anzi amichevole. Venivano verso le nostre barchette a nuoto, recandoci pappagalli e fili di cotone, lance e molte altre cose, in cambio di altri oggetti come piccole perle di vetro e sonaglini che loro davamo. […] Gli indiani sono venuti alle navi, nuotando, e ci hanno portato pappagalli e filo di cotone […]. Vanno tutti in giro nudi come li ha partoriti la madre, i loro capelli sono sopra le sopracciglia […] e sono del colore delle Canarie, né bianchi né neri, e si dipingono di bianco e di rosso»(2).

La «gente nuda» abbozzata nell’affresco di Pintoricchio sembrerebbe però circondata da cavalieri e da uomini d’armi europei, a giudicare dall’elmo portato da uno dei personaggi che compare nella scena. Sono raffigurati indios prigionieri, o altro? Uno di loro parrebbe coronato con un copricapo di piume o di foglie. Sono veramente nativi americani e si tratta della prima immagine di persone che abitano nel Nuovo mondo? L’ipotesi è suggestiva e le date tornano, ma la bassa definizione delle figure di contorno poste sullo sfondo non permette di appellarsi a prove e a dettagli iconografici più convincenti.

Forse invece la prima immagine dettagliata di un nativo del Nuovo mondo è presente nell’Adorazione dei magi (1501-1506) di Vasco Fernandes, conservata al Museo Nacional Grão Vasco di Viseu, in Portogallo: uno dei tre magi è raffigurato come un nativo brasiliano, in costume cerimoniale con un copricapo di piume, caratteristico dei membri della tribù Tupinambá, portato come segno distintivo assieme agli abiti di foggia europea, con maniche e brache più corte del normale. L’amerindiano è descritto in un contesto europeo, a giudicare dalla costruzione architettonica visibile sullo sfondo della scena. All’interno della capanna dove si è rifugiata la Sacra famiglia, il pittore ha annotato dettagli della quotidianità rurale portoghese, in contrappunto con l’elevazione simbolica e spirituale della scena religiosa: un vaso di terracotta con un cucchiaio appoggiato sopra e una fiammella che, sciogliendo lentamente la cera di una candela, scandisce lo scorrere del tempo reale, storico, umano, nell’evento cruciale della nascita del Figlio di Dio. Il re indio, portato in Portogallo e ritratto in un dipinto religioso, indossa orecchini, collane di perle e di pietra nera, e braccialetti d’oro. Nella scena incarna la figura di Baldassarre, solitamente identificato come re moro, di provenienza orientale. Nella mano destra tiene un’arma tribale, ovvero una lancia di tipo brasiliano, e con la sinistra porge alla Sacra famiglia una ciotola metallica che contiene pepite d’oro(3).

A oggi dovrebbe essere la prima figurazione conosciuta di un indio brasiliano (e amerindiano) in un dipinto occidentale. Solo la conoscenza diretta di un indigeno con tali caratteristiche – molto probabilmente imbarcato e portato in Portogallo – poteva indurre il pittore a registrare con così notevole precisione i dettagli dell’abbigliamento e delle armi. La datazione del dipinto è collocabile temporalmente vicino alla conquista del Brasile da parte dei portoghesi, tanto che il dipinto testimonia la necessità imperativa di dimostrare che quella parte del mondo era ormai conosciuta, dopo la “scoperta” ufficiale, avvenuta il 2 aprile 1500, da parte dell’armata guidata da Pedro Álvares Cabral(4). Il soggetto e la scelta iconografica di Vasco Fernandes segnalano tra le righe anche l’inizio del processo di cristianizzazione delle genti appena sottomesse, che concorda con la prima impressione di contatto con gli amerindiani trasmessa dalla Lettera di Pêro Vaz de Caminha (1500).



Vasco Fernandes, Adorazione dei magi (1501-1506), particolare, Viseu (Portogallo), Museo Nacional Grão Vasco.