Il gusto dell'arte
Un tripudio
di sapori
LUDOVICA SEBREGONDI
Paese che vai, cibo di strada che trovi. La varietà dello “street food” conduce in un viaggio che – nonostante la globalizzazione – identifica i diversi mondi, essendo il mangiare venduto per via parte integrante della cultura culinaria di ogni società. La sua fortuna è facilmente spiegabile, poiché offre opportunità uniche per assaggiare sapori autentici e tradizionali, spesso a prezzi accessibili, di cibi che si consumano all’aperto, immersi nella vita vissuta delle varie realtà.
Dall’Oriente all’America Latina, il cibo di strada incarna la vivace diversità delle differenti tradizioni culinarie. Nelle strade di Bangkok l’aria è impregnata dell’aroma del pad thai, una miscela di noodles, gamberi, tofu e arachidi, mentre le zuppe al curry fumano sulle bancarelle. In Giappone, le strade brulicano di vita mentre i venditori preparano i takoyaki, le polpette di polpo avvolte di pastella. Verso l’India le strade si animano di colori e sapori esotici: croccanti samosa, speziati pakora, fragranti bhel puri. In America Latina, il Messico propone i tacos, i quesadilla e gli elote grigliati, mentre in Brasile l’aria è densa del profumo dei pastel, delle coxinha e degli acarajé. Nelle strade di Istanbul il tripudio di sapori è dato dai kebab e dai döner che girano lentamente su uno spiedo. A Beirut il falafel attira con la sua croccantezza dorata, mentre lo shawarma sfrigola sulla griglia, pronto per essere racchiuso in una morbida pita, mentre in Spagna si è avvolti dal profumo di tapas, bocadillos, churros, paella, e in Germania da quello di würstel di ogni genere. Le strade italiane offrono panini al lampredotto, pani ca’ meusa, fügassa, piadine, panserotti, arancini, solo per ricordare alcune delle innumerevoli specialità regionali.