Intrusi, va detto graditissimi, educati, a loro agio e dialoganti. Quaranta opere di Picasso, Matisse, Cézanne, Klee, Giacometti hanno preso posto sulle pareti delle Gallerie dell’Accademia. Vengono dal Museum Berggruen – Neue Nationalgalerie di Berlino, e appartengono alla raccolta di Heinz Berggruen, messa insieme nel corso della seconda metà del XX secolo. Collezione che è stata acquisita a bene pubblico grazie a fondi statali e berlinesi nel 2000. Il confronto prosegue, su carta, fra altre opere degli stessi autori e delle due stesse collezioni – la veneziana e la berlinese –, in una sezione allestita alla Casa dei Tre Oci, che sarà la sede del Berggruen Institute Europe.
Il percorso segue lo svolgersi tematico e cronologico del museo veneziano senza alterarne la naturale fluidità. Il direttore delle Gallerie che gentilmente ci accompagna, Giulio Manieri Elia – che è anche fra i curatori della mostra –, spiega che in parte questo è dovuto al fatto che solo due o tre opere della collezione veneziana sono state spostate per far posto alle ospiti. Inoltre, l’effetto quasi miracoloso di accogliere in un solo colpo d’occhio un Picasso (Dora Maar) e un Giorgione (La vecchia) o un Matisse, o un Klee e un Bosch, è frutto di scelte curatoriali che hanno saputo cogliere Affinità elettive (è il titolo della mostra) del tutto inedite e non scontate ma alla prova dei fatti efficaci. Il titolo rimanda all’omonimo romanzo di Wolfgang Goethe – scrittore che viaggiò a lungo in Italia – che tratta appunto di affinità chimico-sentimentali alle quali è impossibile sottrarsi. Affinità che si materializzano sul piano dell’analogia formale, del colore, del riferimento iconografico o concettuale, oppure di genere (ritratti, paesaggi). Temi di carattere universale vengono così allo scoperto uscendo dalle logiche scolastiche di ogni presunta evoluzione di tecniche e approcci formali. I bozzetti di Tiepolo possono dunque dialogare con le prove di Picasso per le Demoiselles d’Avignon. In qualche caso, come per alcuni ritratti, sembra che la contemporaneità abbia una evidente relazione di continuità col passato.