GRANDI MOSTRE 8

SASSETTA A MASSA MARITTIMA

SPAZI NUOVI SU FONDI ORO

LA PRIMA RETROSPETTIVA DEDICATA A SASSETTA (STEFANO DI GIOVANNI), NELLE SALE DEL MUSEO DI SAN PIETRO ALL’ORTO, RESTITUISCE ALL’ARTISTA TOSCANO IL MERITATO RILIEVO. UN PITTORE, PER MOLTO TEMPO DIMENTICATO, CAPACE DI CONIUGARE LE NOVITÀ PROSPETTICHE PROVENIENTI DA FIRENZE CON LE MEMORIE TARDOGOTICHE.

MAURIZIA TAZARTES

Bellezza, grazia, oro: tutto questo è Stefano di Giovanni, detto il Sassetta, nato verso il 1400 a Cortona (Arezzo) e morto nel 1450, in piena attività, lasciando una vedova e tre «pupilli», il maggiore di sette anni. Trasferitosi ancora bambino a Siena con il padre Giovanni di Consolo, è «il più importante pittore della Siena del secondo quarto del Quattrocento», come lo definisce Alessandro Bagnoli, curatore della mostra al Museo di San Pietro all’Orto a Massa Marittima (Grosseto), la prima monografica sul pittore, che lo risarcisce di secoli di oblio. Trascurato da Vasari, poco considerato dagli storici successivi, fu solo Bernard Berenson a tirarlo fuori dal buio ai primi del Novecento con un articolo sul “The Burlington Magazine” del 1903. Chiamato Sassetta solo dal Settecento, attivo a Siena dal 1423 al 1450, è stato da allora apprezzato per il suo ruolo innovativo, riconosciuto in questa importante mostra. Un’occasione fondamentale non solo per ricomporre l’attività dell’artista attraverso ventisei rari dipinti, giunti da musei e istituzioni nazionali, ma anche per presentare opere inedite, ricomposizioni di polittici smembrati e nuove ricostruzioni. E per inserire il Sassetta nel suo tempo, con opere di artisti attivi in quegli anni, dal Maestro dell’Osservanza a Sano di Pietro, da Giovanni di Paolo a Pietro di Giovanni Ambrosi sino allo scultore Domenico di Niccolò dei Cori, di cui viene esposta per la prima volta una piccola scultura con le Stigmate di san Francesco per un coro ligneo. Emergono, ad arricchire il Tardogotico senese, nomi nuovi come Nastagio di Guasparre, finora noto come Maestro di Sant’Ansano, e il Maestro di Monticiano.
Perché innovativo il Sassetta? Perché fu uno dei primi ad accogliere le novità prospettiche fiorentine, anche se ancora con una certa timidezza, senza rinunciare alle decorazioni e alle sofisticate materie del Tardogotico. La delicata Madonna in umiltà col Bambino, giunta dal Museo dell’Opera del duomo di Siena, in origine nella chiesa di San Giovanni Evangelista a Basciano (Monteriggioni, Siena), si staglia sul caldo fondo oro col suo lungo e robusto pargolo. Databile intorno al 1423, l’opera sembra già risentire di simili modelli di Masaccio e Masolino, pur rimanendo saldamente legata alla tradizione trecentesca di Simone Martini e Ambrogio Lorenzetti.