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GUERCINO ACCENDE GLI ANIMI

Se l’arte antica non gode, sul mercato, di buona salute, Guercino rappresenta una straordinaria eccezione. Ricercato dai collezionisti, le rare opere dell’artista emiliano ancora in mani private vengono battute per cifre milionarie

DANIELE LIBERANOME

Uomo di fede incrollabile tanto da farsi seppellire con un saio, e pittore fra i maggiori italiani del Seicento con gran parte delle opere esposte in musei spesso non italiani, Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino (1591-1666) vanta una importante platea di collezionisti che cercano i suoi rarissimi lavori ancora in mano privata. La sua produzione è variegata più di quanto l’aderire dell’artista ai dettami del Concilio di Trento farebbe presagire: si concentrava soprattutto su soggetti religiosi, ma non disdegnava scene di vita quotidiana e raffigurazioni di miti del mondo antico.
Guercino fu capace di evolversi nel tempo, a partire da una iniziale vicinanza al caravaggismo, che emerge per l’interesse alla vita dei bassi ceti sociali e per la plasticità delle forme più che per l’attenzione agli effetti di luce, in lui importanti ma mai predominanti. Dal caravaggismo giunse fino al classicismo, alla serenità e ai colori pastello tipici di Reni, passando negli anni Venti per uno stile caratterizzato da tinte decisamente marcate e figure ben delineate.
Di recente, il 26 gennaio 2023, Sotheby’s di New York ha proposto Giacobbe con in mano la tunica insanguinata di Giuseppe da datare attorno al 1620: una raffigurazione che dimostra la volontà di Guercino di trasmettere con forza l’impatto emotivo che su Giacobbe ebbe la (falsa) notizia della morte di Giuseppe, suo figlio prediletto. Perfino la veste, che doveva essere colorata a strisce, com’è chiaramente scritto nella Bibbia e come ben sapeva il dotto pittore, diventa qui bianca per far risaltare le chiazze di sangue. Lo sguardo affranto del patriarca, con il volto perlopiù in ombra con interessante effetto di chiaroscuro e la barba che pare imbiancata per lo shock subito, fanno il resto. Tele dello stesso soggetto si trovano alla National Gallery of Ireland di Dublino e alla Bob Jones University di Greenville negli Stati Uniti, ma l’opera appena descritta pare la più efficace. Acquistata il 12 gennaio 1995 da Sotheby’s di New York dalla coppia Fisch-Davidson, è stata rimessa in asta nella stessa sala appunto (il 26 gennaio 2023) a seguito del loro tormentato divorzio e aggiudicata per ben 1,7 milioni di euro.

Re Davide (1651 circa).
Re Davide (1651 circa).