CAMERA CON VISTA BELLA E IMPOSSIBILE LUCA ANTOCCIA Se ci fosse ancora qualcuno convinto che esista una incompatibilità tra film d’arte e commerciale, cinema “mainstream” e sperimentale, cinema di genere e d’autore, e soprattutto che il cinema del XXI secolo si allontani sempre più dal cinema delle origini, ( , 2023) di Yorgos Lanthimos (Leone d’oro a Venezia e ben undici nominations agli Oscar 2024) lo farà ricredere. Tra le possibili convinzioni appena elencate, l’ultima sembra la meno scontata, dato che spesso il miglior cinema contemporaneo, ricco di effetti visivi e speciali, ricorso al 3D, pare essere davvero lontano dal cinema muto e perfino dal primo cinema a colori. Qualcosa nella recente produzione lasciava già credere il contrario ( di Guillermo del Toro, 2017; di Wes Anderson, 2021; e specialmente di Robert Eggers, 2019). Ma Lanthimos punta proprio a evocare alcuni effetti visivi del cinema primitivo, riattualizzando (con illuminazione a led) i cosiddetti “trasparenti” (sfondi filmati): non è il realismo l’obiettivo. «Abbiamo provato intenzionalmente a mimare lo stile filmico del primo cinema», ha affermato Tim Barter, uno dei due creatori degli effetti visivi di . E, coerentemente, il regista non ha dato come riferimenti a scenografi e costumisti fotografie ma film quali (1992) di Francis Ford Coppola, (1947) di Michael Powell ed Emeric Pressburger, (1983) di Federico Fellini (oltre alle pellicole dello svedese Roy Andersson), tutti ossessionati da forme differenti di stilizzazione. Altri riferimenti sono stati due dipinti: di Hieronymus Bosch (1480-1490) e di Egon Schiele (1911). Il primo (insieme alle chimere dell’illustratore e scrittore Shaun Tan) per i mostri che popolano la casa di Godwin Baxter, il bizzarro scienziato di un’immmaginaria epoca vittoriana che ridona la vita a una giovane incinta trovata morta, trapiantandole il cervello del feto ancora vivo che portava in grembo. Il secondo per il personaggio della stessa ragazza, Bella, trattata dal suo creatore come una figlia. Inoltre, nel Grand Tour di Bella, da Lisbona ad Alessandria d’Egitto a Parigi, si vedono strani velivoli ispirati, forse, all’artista francese Albert Robida (1848-1926), una sorta di “futurista” ante litteram. Alcune inverosimiglianze, non solo visive, di questi luoghi fanno pensare che tutto il viaggio sia narrato in prima persona attraverso gli occhi della giovane donna (una straordinaria Emma Stone, qui anche produttrice), che ha pur sempre un cervello di un bambino appena nato, o quasi. Perfino i suoi vestiti, ispirati a quelli di bambole giapponesi piuttosto che al gusto vittoriano, come dichiarato dalla costumista, sottolineano il lato immaginifico di un film che è una continua scoperta. Poor Things Povere creature The Shape of Water The French Dispatch The Lighthouse Poor Things Dracula Narciso nero E la nave va Il giardino delle delizie Ragazza nuda in piedi con lunghi capelli neri , di Yorgos Lanthimos. Un frame da Poor Things (2023)