FINESTRE SULL’ARTE

Riaccendere il fuoco sacro

NELL’ATTESA DEI GIOCHI OLIMPICI 2024 DI PARIGI, IL LOUVRE SALUTA L’EVENTO CON UNA MOSTRA SUL TEMA CHE NE RIPERCORRE LA GENESI A CENT’ANNI DALLA SECONDA EDIZIONE DELLA MANIFESTAZIONE SPORTIVA NELLA CAPITALE FRANCESE

Federico D. Giannini

Parigi, 16 giugno 1894. Alla Sorbona, il barone Pierre de Coubertin organizza un congresso che riunisce diverse personalità illuminate della Francia e della Grecia, tutte mosse da un solo obiettivo: far rinascere i Giochi olimpici, le antiche competizioni sportive che si tenevano a Olimpia, ogni quattro anni, in onore di Zeus padre degli dèi. Il congresso conduce alla costituzione del comitato che organizzerà le prime Olimpiadi moderne: quelle di Atene 1896. E quattro anni dopo sarebbe stata la volta di Parigi, che tornerà a organizzare i Giochi nel 1924. Questo 2024, anno in cui i Giochi vengono disputati per la terza volta nella capitale francese, ci porta dunque un doppio anniversario: i centotrenta anni dalla nascita del primo comitato olimpico e il centenario dei Giochi che si tennero per la seconda volta a Parigi (1924).
Per l’occasione, il Louvre ha deciso di dedicare una piccola ma significativa mostra alla nascita delle Olimpiadi moderne, ripercorrendone le radici, presentando il ruolo delle personalità che contribuirono alla riuscita dell’evento e rievocando quell’immaginario dell’antichità classica che alimentava i sogni di quanti lavorarono alla riuscita di quell’impresa. Far rinascere i Giochi dell’antichità. Riaccendere il fuoco sacro di Olimpia. Trovare un momento in cui promuovere la pace in un’Europa segnata da rivalità e conflitti.
La mostra, oltre a rischiarare le origini storiche delle prime Olimpiadi, conduce il visitatore in un viaggio attraverso le opere degli artisti che elaborarono l’immagine dei Giochi moderni. C’è la Coppa Bréal, il trofeo, ideato dallo stesso Michel Bréal, che venne consegnato al vincitore della prima maratona. C’è una riduzione in bronzo del Soldato di Maratona di Jean-Pierre Cortot, la cui replica venne offerta come premio ai Giochi di Atene 1896. Ci sono i progetti e le opere di Émille Gilliéron, pittore franco-svizzero che venne ingaggiato come artista ufficiale delle prime Olimpiadi, e ci sono ovviamente i reperti a cui si ispirò. Una sezione osserva come le statue classiche servirono anche per ricostruire i movimenti degli sport antichi, e infine un capitolo è dedicato al rapporto tra donne e Olimpiadi: in antico non partecipavano, mentre nelle Olimpiadi moderne avrebbero cominciato a gareggiare solo dai Giochi di Parigi 1900 (anche nello sport, ci dice la mostra, la strada per le pari opportunità sarebbe stata ancora lunga). E poi, la mostra ricorda, attraverso l’arte, l’importanza e il valore dello sport: il Louvre accoglie al meglio i Giochi di Parigi 2024.

Coppa Bréal (1896), Atene, Centro culturale e Fondazione Stavros Niarchos.
Coppa Bréal (1896), Atene, Centro culturale e Fondazione Stavros Niarchos.