Nel 1529 a Douai, città francofona dei Paesi Bassi asburgici (oggi in Francia), in una nobile famiglia, venne alla luce Jean de Boulogne. Probabilmente, grazie alle conoscenze del padre, fin da giovanissimo, riuscì a entrare in contatto col maggior scultore e architetto dei Paesi Bassi meridionali, Jacques du Broeucq, che aveva bottega nella vicina Mons. Jacques du Broeucq aveva stretti rapporti con Carlo V e con la sorella Maria, governatrice dei Paesi Bassi, per la quale progettò i castelli, oggi distrutti, di Binche e di Mariemont. Negli anni intorno al 1545, lavorava al “jubé” della collegiata di Sainte-Waudru a Mons, un apparato architettonico complesso, di cui oggi restano pochi lacerti, ricco di riferimenti italianeggianti e all’antica: il giovane Jean collaborò alla realizzazione di quest’opera, così come, forse, anche alla costruzione del castello di Mariemont. Nel 1550, lasciò Mons per un viaggio a Roma dedicato allo studio della statuaria antica e moderna. Due anni dopo, sulla via del ritorno verso il Nord, si fermò a Firenze, dove conobbe Bernardo Vecchietti, che lo convinse a stabilirsi in Toscana.
Proprio per Vecchietti, dopo essersi affermato come scultore, iniziò a svolgere la sua opera di architetto.
Il nobiluomo possedeva a sud di Firenze una vecchia villa conosciuta come Il Riposo: nell’arco di circa trent’anni, Jean de Boulogne, ormai conosciuto come Giambologna, lavorò per trasformare Il Riposo in uno dei più sorprendenti complessi che fanno capo a una villa toscana del periodo mediceo. Nel 1562 fu costruita una cappella, con un portale derivante dagli esempi presenti nel Libro Extraordinario di Sebastiano Serlio, cui seguì l’intervento più significativo: il ninfeo della Fata Morgana (così chiamato perché ospitava una scultura dedicata all’omonima figura mitologica), perno di un complesso parco diffuso.