Nel 1892, dopo aver trascorso del tempo in famiglia per affrontare insieme il lutto del padre scomparso a dicembre, Mary riceve nel suo appartamento parigino di rue de Marignan 10 la visita delle americane Bertha Honoré Palmer, presidentessa del consiglio di amministrazione del padiglione femminile per la World’s Columbian Exposition di Chicago e Sara Tyson, curatrice di mostre d’arte internazionali. Le due offrono alla pittrice la commissione per realizzare un dipinto murale dal titolo Donna moderna destinato alla sala d’onore nel padiglione femminile dell’esposizione prevista nel 1893 a Chicago.
La World’s Columbian Exposition di Chicago, realizzata in occasione del cinquecentesimo anniversario dei viaggi di Colombo, pur inscrivendosi nella serie di mostre internazionali iniziate nel 1851 con l’esposizione al Crystal Palace di Londra, è la prima a portare la questione femminile nel dibattito internazionale.
Il padiglione viene progettato da Sophia Hayden, prima architetto donna laureata al Massachusetts Institute of Technology, con un frontone della scultrice di San Francisco Alice Rideout.
La realizzazione del grande murale viene inizialmente affidata alla pittrice americana Elizabeth Gardner e, a seguito della sua rinuncia, a
Mary Fairchild MacMonnies, alla quale è però commissionato un pannello dedicato alla donna primitiva. La scelta di un secondo pannello che rappresentasse la donna moderna ricade su Cassatt.
«La mia idea era che forse avremmo potuto mostrare la donna nella sua condizione primitiva di portatrice di pesi e impegnata in lavori ingrati, in una scena indiana o in una classica alla maniera di Puvis, e, per contrasto, la donna nella posizione che occupa oggi»(16), spiega Bertha Palmer in una lettera del 24 febbraio 1892.
Il grande dipinto murale diviene per Cassatt, già coinvolta nelle battaglie per l’emancipazione femminile, l’occasione per raccontare la sua visione della donna moderna anche attraverso un’arte moderna.
Nell’estate del 1892 scrive a Louisine Havemeyer: «Farò una decorazione per la mostra di Chicago. Quando il Comitato me l’ha commissionata, all’inizio sono rimasta inorridita, ma gradualmente ho
cominciato a pensare che sarebbe stato molto divertente fare qualcosa che non avevo mai fatto prima e poiché la semplice idea di una cosa del genere ha fatto arrabbiare Degas e non ha risparmiato ogni critica che gli veniva in mente, mi sono tirata su e ho detto che non avrei rinunciato all’idea per niente al mondo. Ora basta nominare Chicago per farlo esplodere»(17).
Donna moderna è considerata la più grande opera di liberazione femminile realizzata da Cassatt, un recupero dell’immagine di Eva che coglie il frutto dell’albero della conoscenza. I tre pannelli del murale, attraverso una meditazione allegorica sul lavoro delle donne, presentano una scena di collaborazione femminile armoniosa e intergenerazionale, i successi passati delle donne sono infatti collegati alla loro fioritura futura.
(16) G. Pollock, op. cit., p. 58.
(17) Ivi, p. 57.