IL GUSTO DELL’ARTE
Ambiguità e simbolismo
ALLA RICERCA DI PREPARAZIONI ALIMENTARI E PRODOTTI CHE TROVANO NELL’ARTE PUNTUALI RIFERIMENTI, AL DI LÀ DI EPOCHE, LUOGHI E TRADIZIONI: IL FICO
LUDOVICA SEBREGONDI
LUDOVICA SEBREGONDI
È un perfetto “quadro da stanza”, il Giovane uomo con fico, come attestano le dimensioni contenute e il soggetto ambiguo e trasgressivo: un ragazzo in abiti femminili, forse ubriaco, che con due dita della sinistra stringe maliziosamente il frutto tagliato a metà, mentre ha la destra impegnata, in modo meno palese, nel gesto osceno di “fare la fica”. Simili dipinti dai contenuti equivoci univano il genere del ritratto di gusto aristocratico con le raffigurazioni di feste carnevalesche nelle taverne, combinando raffinatezze estetiche e riferimenti erotici, al fine di rendere le opere oggetto di conversazione e intrattenimento per gli arguti e ricercati esteti che le avevano commissionate e i loro ospiti. In simili opere spesso simboli come mele o fichi venivano accostati a gesti dalle connotazioni sessuali, proprio come in questo dipinto che il pittore francese Simon Vouet (Parigi 1590-1649), eseguì intorno al 1615, durante il suo lungo soggiorno romano.