L’OGGETTO MISTERIOSO

GAUGUIN E IL TATUAGGIO SCOMPARSO

A TAHITI NON SI TROVA TRACCIA DI QUEL GIOVANE ATLETICO E MISTERIOSO RAFFIGURATO DA GAUGUIN NEL 1899, DI SCHIENA, FRA DUE DONNE POLINESIANE DALLA PELLE AMBRATA. LA STORIA DELL’ARTE NON NE PARLA, MA LA FONTE, SORPRENDENTE, ESISTE ED È A SAMOA. GAUGUIN NON C’È MAI STATO.

Gloria Fossi

Fra le tante tele realizzate da Gauguin a Tahiti e da lui inviate in Francia a più riprese, uno dei dipinti più noti, amati, riprodotti e, aggiungo, più travisati, raffigura un giovane uomo fra due giovani donne, lui di schiena, nudo, opportunamente “tagliato” poco più in su delle natiche, loro semi-vestite. Il fascino arcano della composizione
è indiscutibile, ma cosa cela? E chi era quell’uomo? La tela (73 x 94 cm) è di solito intitolata (non da Gauguin) Tre tahitiani in conversazione, ma che i tre conversino fra loro è assai discutibile, anzi, proprio non parlano.
Il titolo pare riecheggiare goffamente quello delle Sacre conversazioni dell’arte occidentale, tanto per renderne plausibile l’accettazione in Europa. Altri titoli proposti sono Tahitiano e tahitiane e perfino Tre tahitiane, come si legge nel catalogo della mostra a cura di Serge Lemoine in palazzo Grassi a Venezia (Da Puvis de Chavannes a Matisse e Picasso, Milano 2002). Il personaggio al centro è in realtà un maschio, con ogni evidenza, e non, come altri ancora hanno interpretato, un “raerae” (o “mahu”), cioè una persona transgender. Nella società polinesiana i “raerae” sono tuttora ben inseriti, e lo erano allora, “pruderie” dei missionari permettendo. Il “raerae” nasce uomo ma nel caso in famiglia si trovino già troppi figli maschi, viene destinato sin dalla nascita a travestirsi e atteggiarsi da donna. Ma non è questo il caso. Peraltro non è possibile immaginare, se non con qualche fantasia, i rapporti sociali fra queste tre figure, né l’eventuale grado di parentela. Quello che più colpisce sono i giochi di sguardi verso lo spettatore che “lanciano” le due donne dalla pelle ambrata. L’uomo, invece, anch’egli scuro di carnagione, ci dà le spalle.