I Jeanneret sono da più generazioni decoratori di orologi, quindi l’iscrizione nel 1904 di Edouard all’École d’Art muni- LA FORMAZIONE: RADICI DUPLICI Nella pagina a fianco: un ritratto di Charles-Édouard Jeanneret noto, dal 1920, con lo pseudonimo Le Corbusier. cipale per imparare il mestiere austero e minuzioso dell’incisore di casse di orologi rientra in una tradizione familiare. Qui Jeanneret conosce Charles L’Eplattenier, insegnante di “Dessin et composition décorative”, che svolge un ruolo determinante nell’indirizzare la sua formazione.
Sotto un profilo professionale L’Eplattenier constata che il lavoro di incisore non è adatto a Jeanneret a causa dei suoi problemi di vista: gli consiglia di dedicarsi all’architettura.
Inoltre L’Eplattenier intuisce che la sfida del tempo cui i suoi studenti dovranno rispondere è quella di coniugare la qualità dei prodotti con la quantità perseguita attraverso la riproducibilità tecnica. In effetti la produzione di massa proveniente da Germania e Francia crea una seria concorrenza agli oggetti d’uso prodotti in modo artigianale: anche l’orologeria tende verso l’industrializzazione con la produzione degli orologi da polso. All’interno di tale cornice, l’insegnamento di L’Eplattenier non è imperniato solo su un piano tecnico o pratico, ma comprende tutta una serie di studi improntati su una concezione spiritualistica della natura, sugli insegnamenti di John Ruskin e su una visione idealistica del mondo.
I testi di Henry Provensal e di Edouard Schuré, per esempio, orientano Jeanneret verso una concezione per cui compito dell’arte è l’espressione di forze spirituali trasmissibili attraverso rapporti armonici formali e attraverso la numerologia pitagorica.
Tra il 1907 e il 1911 il giovane Jeanneret compie una serie di viaggi.
Austria, Francia, Germania, Turchia, Grecia, Paesi Balcanici, Italia costituiscono le principali tappe di una serie di esperienze che gli consentono di ampliare i confini della sua conoscenza legata all’ambiente ristretto della sua città natale.
Nel 1907 è a Vienna. Incontra numerosi artisti viennesi, tra cui Koloman Moser e Klimt, ed è in contatto con Joseph Hoffmann che sta mettendo a punto un’estetica che si basa sulla depurazione progressiva del linguaggio e della forma.
Da Vienna si sposta a Parigi dove lavora presso lo studio di Auguste e Gustave Perret: l’Entreprise Générale de Travaux Publics & Particuliers
Perret Frères. Considerati i più eminenti promotori di quel nuovo materiale da costruzione chiamato “cemento armato”, i fratelli Perret sono nel
frattempo impegnati nella costruzione del Garage Ponthieu: un edificio che, in un momento di massima espansione dell’Art Nouveau, manifesta
chiaramente e in controtendenza il prevalere del tema della costruzione rispetto ai motivi stilistici.