Vanessa Bell, Duncan Grant, Roger Fry, che poi avevano toccato il loro punto di massimo sviluppo in quella sorta di postcubismo propugnato nella interpretazione della pittura di Paul Cézanne recata da Roger Fry. La monografia di Fry su Cézanne, per i tipi della Hogarth Press di Virginia e Leonard Woolf, uscì nel 1927 (Cézanne. A Study of His Development)(1). Quando Lucian Freud undicenne giunge a Londra nel 1933, l’avanguardia modernista inglese ha già compiuto tutta la sua parabola, svolgendo il ruolo di rinnovamento rispetto alla tradizione tardo-ottocentesca. Pienamente attiva è invece la sperimentazione di quel gruppo di scultori, da Henry Moore a Barbara Hepworth, che a ridosso della seconda guerra mondiale daranno tono europeo alla scultura inglese.
Lucian, nato a Berlino l’8 dicembre 1922, figlio di Ernst Freud architetto, il più giovane tra i figli di Sigmund, e di Lucie Brasch, giunge a Londra dopo l’avvento di Hitler al potere. Gli anni dell’infanzia erano passati in una Berlino che vedeva la nascita del nazismo e quindi nell’ansietà di una famiglia ebrea austriaca, con quel senso di “separatezza” data dalle proprie origini.
Robert Hughes scriveva, nell’introduzione alla grande mostra di Freud tenuta nel 1988 a Londra, alla Hayward Gallery, che «Freud ricorda di essere stato sorvegliato tutto il tempo da genitori e istitutrici, e accompagnato ogni giorno al Französisches Gymnasium (seguendo un percorso che evitava accuratamente la vista della carcassa bruciata del Reichstag) - un’infanzia che lo preparò, come nessun’altra poteva, ad avere, da adulto, l’ossessione della solitudine e dei movimenti imprevedibili».