finalmente la scoperta
del mare

È curioso notare che per avere un impattof rontale col mare a Homer occorse un secondo viaggio in Europa, effettuato nel 1881, ma senza sostare a Parigi, quasi che egli volesse evitare un confronto diretto.


Con gli impressionisti, frattanto pienamente rivelatisi. Del resto, non gli è gradito un contatto con la Ville Lumière, preferisce ritrovare anche nella vecchia Inghilterra angoli di natura che siano simili al New England in cui farà ben presto ritorno. E proprio in queste terre nordiche gli si rivela in pieno il duro cimento tra gli esseri umani, donne comprese, e i rischi, le insidie del mare. Quattro pescatrici compaiono subito nel 1881 (Claremont, California, Ruth Chandler Williamson Gallery, Scripps College), e forse è anche una delle prime volte in cui l’artista fa ricorso all’acquerello, quasi alla ricerca di una omogeneità anche materica con gli effetti liquidi di una spiaggia cosparsa di pozzanghere lasciate dal ritirarsi della marea, mentre la schiaccia dall’alto un cielo tempestoso. Poi una sola di queste presenze muliebri è chiamata a stagliarsi solenne, monumentale, quasi scultorea, contro un mare biancheggiante di spuma, di nuovo affondando nella liquidità di un acquerello (Sul bagnasciuga, 1883, New York, Metropolitan Museum of Art).

Poi c’è ben presto il ritorno in patria, ma sempre evitando New York e altre tentazioni “progressiste”, gli va bene uno “State” selvaggio, aspro, tutto proteso sull’oceano come il Maine, dove, nel capitolo corrispondente del già ricordato studio monografico di Randall Griffin(4), il mare si fa “ravenous”, rovinoso, tanto che per esserne tratti in salvo due naufraghi devono affidarsi a una specie di carrucola, oggi ci sarebbe voluto l’intervento di un elicottero (Cima di salvataggio, 1884, Filadelfia, Philadelphia Museum of Art). L’operazione non è certo facile, dato che i corpi, qui come sempre, sono pesanti, con assoluto, plastico rilievo, tanto che la corda si abbassa per sorreggerli, mentre la massa liquida spinge in alto le sue onde, desiderosa di riprendersi tutto lo spazio eliminando la presenza umana. Da quel momento in poi il pittore dedicherà tutte le sue energie a un simile impari duello, affrontato dall’essere umano, navigante, pescatore, che però non si arrende, facendosi proteggere da quanto può servirgli allo scopo, mantelle, cappucci impermeabili, per andare a quella tenzone smisurata.


Un secchio di vongole (1873); New York, Met - Metropolitan Museum of Art.