dove l’atto magico è inteso come un’attività pratica che trasforma la natura, inserendosi negli ingranaggi e nei flussi delle sue leggi. Il mago è colui che ha compreso e afferrato il ritmo segreto delle cose, e attraverso un’opera attiva compie cose reali nel vivente libro dell’universo. Cerca di comprendere il funzionamento dell’universo, il suo linguaggio. L’opera magica attinge contemporaneamente al sapere dell’immaginazione intuitiva, dell’astrologia, dell’alchimia, dell’arte, della poesia, della cabala, della scienza, della filosofia e della religione, per muovere le energie misteriose della realtà. Il mago è un sapiente che sa superare i limiti delle possibilità umane, penetrando nei cuori degli esseri viventi e nelle radici del mondo, per dinamizzare le forze contrarie che si muovono sia nelle cose che ascendono in cielo sia nelle profondità della terra. I racconti religiosi e mitologici abbondano di figure che agiscono secondo queste prospettive. Tutti coloro che compiono miracoli e opere prodigiose o sovrannaturali sono ritenuti maghi finché la scienza non scopre i segreti delle loro conoscenze, li mette in atto di nuovo e li spiega razionalmente. Ma facciamo un passo indietro per cercare di mettere a fuoco l’origine del gesto ritenuto magico e soprattutto il suo rapporto con l’arte.

