PITTORE SENZA ERRORIIN UN’ETÀ TUMULTUOSA

È rimasta nell’immaginario collettivo la definizione data da Giorgio Vasari delle figure di Andrea del Sarto

«bene intese, senza errori et in tutti i conti di somma perfezzione», «con manco errori ch’altro pittore fiorentino». 

Di Andrea è sempre stata apprezzata la capacità di frescante ma anche la perizia nel dipingere su tavola, il linguaggio di grande equilibrio formale, la smagliante cromia, il suo essere disegnatore esemplare, l’adesione al dato naturale, la sensibilità nel restituire gli affetti, qualità che saranno poi di insegnamento per gli artisti di tutto il Cinquecento, e oltre. 

Il primato del pittore venne ratificato dalla Dichiarazione granducale del 24 ottobre 1602, quando furono precisati i nomi dei diciotto maestri le cui opere «d’invenzione» potevano essere esportate dalla Toscana solo a seguito di approfondimenti: Michelangelo è il primo, segue Raffaello, e subito dopo - terzo - è proprio Andrea, mentre Leonardo da Vinci è solamente sesto. Una fortuna sottolineata, oltre che dalle Vite vasariane (nelle edizioni del 1550 e 1568), da Francesco Bocchi nel Discorso sopra l’eccellenza dell’opere di Andrea del Sarto pittore fiorentino del 1567, ma anche dalla scelta del granduca Francesco I de’ Medici di esporre nel 1584, nella Tribuna degli Uffizi appena ultimata, varie opere dell’artista. 

Che il linguaggio di Andrea fosse comprensibile a tutti, anche ai non esperti, è rivelato dal rispetto che ebbero i guastatori che, in previsione dell’assedio a Firenze iniziato nel 1529, erano stati incaricati di demolire gli edifici prossimi alle mura nel raggio di un miglio. Per quanto non fossero «genti della professione» risparmiarono sia il Tabernacolo di porta a Pinti, che fu poi distrutto da Giuseppe Poggi a fine Ottocento per l’apertura dei viali di circonvallazione, sia il Cenacolo di San Salvi che apparve ai soldati una «sì miracolosa pittura», che per «riverenza e rispetto», si rifiutarono di demolirlo.


Autoritratto (1528 circa); Firenze, Gallerie degli Uffizi.


Ritratto di Andrea del Sarto, da Le Vite de’ più eccellenti pittori, scultori, et architettori di Giorgio Vasari (Firenze 1568).