Ignoto e invisibile agli occhi degli europei.
A scoprirlo non furono loro, che vi si “affacciarono” agli inizi del XVI secolo. Allora gli spagnoli si vantarono di aver scoperto il «Mar del Zur» (Sud), dato che nel 1513, dall’istmo di Panama, Vasco Nuñez de Balboa aveva avvistato un «grande mare». Era sulle tracce di un ipotetico oceano verso sud, e forse fu davvero il primo fra gli europei ad ammirarlo, seppure dall’alto di una collina. Tuttavia lo fece su indicazione di un nativo di Panama. Loro “sapevano”, e da tempo, dell’esistenza, oltre l’istmo, di quella vasta distesa d’acqua di mare (o era un grande lago?). Anni dopo, il 28 novembre 1520, l’italiano Vincenzo Pigafetta, cronista di bordo al seguito di Magellano, annotava che le navi della loro spedizione, dopo aver scoperto lo stretto poi battezzato “di Magellano”, si erano avviate finalmente verso «un oceano pacifico». Allora il navigatore capì che era un nuovo oceano e non un lago, ma lo calcolò largo non più di mille miglia. Quale errore...
Un diverso e più consapevole punto di vista, per così dire, avevano manifestato, migliaia di anni prima, i Lapita, partendo però da sudovest. Sono loro i diretti antenati degli islanders del Pacifico, termine, questo, fra i più corretti (Thomas 2010), meno efficace però nella traduzione italiana di “isolani”.

