L'orientamento del movimento classicista, che coincise in tempi diversi nei differenti ambiti nazionali con la cultura accademica e riconobbe la sua guida in Ingres, consacrato anche dalla nomina a direttore della sempre prestigiosa Accademia di Francia a Roma, favorì la sopravvivenza di una tradizione che da Poussin almeno sino a David aveva assicurato una sorta di primato internazionale della scuola francese. Sconvolti dalle provocazioni di Géricault, di Delacroix e dello schieramento romantico, i conservatori si riconobbero nel superbo mestiere di Ingres ribadito nel raffaellesco Voto di Luigi XIII alla Vergine, presentato al Salon del 1824 che vide infatti radicalizzarsi lo scontro tra il maturo maestro, convinto custode di canoni di bellezza perenni, e i più giovani che sembravano favorire con la rottura delle regole un pericoloso culto della bruttezza, l’anarchia addirittura.