questo per la profonda differenza tra i due movimenti. Diversamente da quello che l’ha preceduto sulla scena dell’arte occidentale, tra la vecchia Europa, la Russia e l’altra sponda dell’Atlantico, il romanticismo non ha creato uno stile, un linguaggio comune, quale del resto aveva caratterizzato ancora prima il Barocco e il Rococò. La grande novità è l’affermazione del principio dell’originalità, dei diritti, non più sottoposti ad alcuna regola, dell’individuo creatore, del genio libero e spesso tormentato. Questo concetto, che allora è apparso rivoluzionario, oggi ci sembra scontato, essendo entrato una volta per sempre a rappresentare la nostra concezione dell’arte e del suo rapporto con la realtà. Ma proprio in età romantica la teoria secolare basata sull’imitazione e sul valore di una bellezza universale, tramandata dall’antichità e utilizzata come modello, è stata scardinata e sostituita con l’affermazione dell’arte come espressione individuale.
Mentre gli artisti neoclassici presentano, soprattutto nella scultura, molti tratti comuni, i protagonisti della svolta romantica sono tra loro
diversissimi. Così, rispetto all’omologazione precedente, acquistano una propria identità i differenti ambiti nazionali. Irrompono sulla scena, con
capolavori destinati a fare scandalo e con le loro sconvolgenti dichiarazioni di poetica, geni immensi e solitari che, come Goya, Turner, Blake,
Constable, Runge, Friedrich, Ingres (insieme classicista e romantico), Géricault, Delacroix, Hayez, hanno radicalmente mutato il nostro modo di guardare
la natura e l’arte. Hanno sconvolto le gerarchie dei generi e ne hanno cambiato definitivamente l’identità, facendo entrare l’arte nella vita. Proprio
la sua frammentazione è stata la grande forza del romanticismo. I suoi ideali di spontaneità, di individualità e di verità interiore hanno avuto una
penetrazione infinitamente più vasta e profonda rispetto al razionalismo del Settecento illuminista. Si sono affermati come base del nuovo linguaggio
della critica e della sensibilità dell’uomo contemporaneo.