subito annullata per le cattive condizioni del tempo. Così ne aveva approfittato per recarsi a Granada e dipingere nuove vedute dell’Alhambra, del Generalife (residenza estiva dei sultani di Granada) e della Sierra Nevada. Anche questa terra del Sud lo aveva colpito come l’Andalusia. Ci era andato quattro volte, nel 1902, 1909, 1910, 1917, dipingendo nei diversi soggiorni quarantasei paesaggi.
Era entrato nel “milieu” delle persone più in vista di Granada, e la sua presenza sin dal 1909 era stata segnalata dalla critica su diverse testate giornalistiche. In un’intervista del 23 novembre di quell’anno l’artista spiegava il carattere della città come la vedeva lui: «Esistono due Granada […], una Granada femminile, deliziosa, squisita; la Granada delle bifore, degli orticelli, dei patii colmi di vasi di fiori, dei piccoli dettagli; e c’è un’altra Granada, virile, grande, sublime che vedo dappertutto, ma senza sapere dove si trovi, che tuttavia esiste e forse è l’insieme di questa imponente catena montuosa e di questa pianura sconfinata». I paesaggi di Granada dipinti da Sorolla mostrano questo doppio carattere, grandioso nelle vedute montuose innevate della Sierra Nevada, poetico nei patii e giardini dell’Alhambra o nelle varie strade della città con case colorate e ricca vegetazione (Patio de Comares, Alhambra, Granada; Fontana e giardino dell’Alcazaba, Granada, entrambi del 1917).
La visione di tanti giardini sparsi per la Spagna, da Granada a Siviglia a Segovia, invogliano l’artista a crearne uno suo, nella propria casa di Madrid. Un “giardino alla spagnola”, in stile moresco, come quelli che allora andavano di moda. Molti erano stati ideati dall’ingegnere idraulico e forestale francese Jean Claude Nicolas Forestier (1861-1930), giunto in Spagna nel 1911, dopo aver lavorato a diverse realtà parigine. Sorolla lo ospita, con tutta probabilità, nella sua casa di Madrid nell’ottobre 1911, secondo quanto riporta Luis de Errazu in una lettera del 25 ottobre di quell’anno.