Nel 1979 vince il V Premio nazionale Pino Pascali ed espone alla Pinacoteca provinciale di Bari, in dialogo con le sculture e i quadri della sezione medievale del museo: si tratta di nove opere, delle quali tre assemblaggi con calchi di gesso di sculture classiche femminili. Per l’occasione Kounellis scrive un breve testo che precisa la sua posizione nel contesto sociale, politico e culturale dell’epoca, che riportiamo integralmente in quanto si tratta di una dichiarazione di poetica.
«In molti anni di lavoro, nessuno ha mai pensato a darmi un premio: in ogni caso non lo avrei mai accettato. Per il premio Pascali, perché questo premio
porta il nome di un artista amico con il quale ho condiviso molti sogni sul lavoro e sul futuro di questo paese, ho accettato, malgrado le più che
evidenti contraddizioni. In questo particolarmente difficile momento politico, e di conseguenza culturale ed artistico, in un momento dove la critica
ufficiale ha sposato le tesi della restaurazione, e fra poco, senza dubbio, dipingerà i nostri lavori con i colori del Novecento, io vorrei riproporre
alla vostra attenzione la sensibilità e la problematica internazionalista, critica, immaginaria, visionaria, poetica della mia generazione». Così, in un
clima postmoderno dove la citazione diventa la grammatica di una nuova pittura figurativa internazionale, Kounellis reagisce e circoscrive il suo
territorio attraverso un richiamo a una classicità poetica, etica e ideale, dove la storia si configura come un deposito di idee per costruire un futuro
dove l’artista è, prima di tutto, un intellettuale.