e soprattutto prendiamo in esame le nuove realizzazioni da lui promosse in moltissime città, se non addirittura la costruzione di impianti urbani ex novo, come nel caso di Antinoupolis in Egitto o, in parte, di Italica nella Hispania Baetica e di Atene nella prediletta Grecia (la provincia romana si chiamava Achaia).
L’attività è così intensa, gli interventi così ramificati che bisognerà per forza di cose limitarsi ai principali. Cominciamo proprio da Italica, patria, come sappiamo, sia di Traiano sia di Adriano: quest’ultimo la visitò nel 123, con il chiaro intento di disporre interventi urbanistici a celebrazione del predecessore. Italica era una delle più antiche città romane della penisola iberica, fondata nel 206 a.C. da Scipione l’Africano con un nucleo di cittadini romani e - appunto - italici: fu ora aggiunta una “nova urbs” con impianto regolare, case riccamente mosaicate, anfiteatro e il già ricordato Traianeum, Per la verità la città, ampliata a scopo celebrativo, non raggiunse la vivacità e la potenza economica (dovuta soprattutto alla produzione di un famoso olio) che vantavano, nella stessa Baetica, città come Hispalis (Siviglia) o Corduba (Cordova), ma ciò non toglie che alcuni monumenti fossero assai notevoli.
Fra gli altri, proprio il Traianeum: non si conoscono i tempi di esecuzione, ma certo vi fu un importante influsso progettuale del committente, che riprese nel tempio centrale dedicato a Traiano (un grande ottastilo di ordine corinzio) elementi del Foro di Augusto. Tale tempio era al centro di un’ampia piazza porticata: sul lato nord-orientale c’è un grande “propylon” a sei colonne; sugli altri lati il muro di recinzione del complesso si articola in esedre alternate rettangolari e semicircolari.
Questo andamento del muro perimetrale ricorda quello del grande giardino di un altro monumento adrianeo, anch’esso parte, sia pure in situazione diversissima, di un progetto di “città nuova” che si aggiunge all’antica: la biblioteca di Atene.
Eccoci dunque ad Atene: la biblioteca è molto grande (122 x 82 metri): quelle esedre alternate erano forse usate per riunioni o lezioni. Oltre al muro e al giardino è da ricordare sul lato di fondo, a ovest, l’edificio principale, che reca al centro una grande sala interpretabile probabilmente come luogo di lettura e, ai fianchi di questa, due ambienti di servizio.

