Anche se il numero dei codici di cui si dispone per capire la cultura azteca è molto limitato, la loro importanza assieme al complesso delle fonti etnostoriche non potrà mai essere sopravvalutato. Infatti è solo grazie a questi documenti che riusciamo ad andare, come ha sottolineato lo scrivente, oltre la «barriera del significato », a dare un senso e far parlare un complesso di monumenti e di siti archeologici altrimenti inevitabilmente destinati a restare muti.
Il numero dei codici di cui si dispone è piuttosto limitato a causa: 1) della loro intrinseca fragilità, dello scorrere del tempo e dell’incuria degli uomini; 2) dello zelo di alcuni missionari nel cancellare ogni traccia del passato “idolatrico” delle popolazioni indigene; 3) dal fatto che dopo la vittoria contro Azcapotzalco il re Itzcoatl e i più alti esponenti dell’oligarchia di Tenochtitlan fecero bruciare i codici che raccontavano la storia dei Mexica per non farli cadere nelle mani del “volgo”.
Alcuni codici sono di epoca precolombiana, altri sono del periodo del contatto pur essendo sostanzialmente preispanici, altri ancora sono del Primo Periodo Coloniale, cosa, però, che non inficia la loro attendibilità perché in genere non è difficile capire se sono copie fedeli di originali indigeni. Alcuni trattano temi storici, altri temi sociali o tributari, altri ancora sono dedicati ai rituali e ai calendari. Da quest’ultimo punto di vista di solito sono presi in esame anche codici delle regioni vicine alla Valle del Messico, che condividevano, per questi aspetti, i tratti culturali dei Mexica. Nel complesso offrono uno spaccato sorprendente, anche dal punto di vista artistico, dell’abilità degli scribi. Accanto ai codici preispanici o che sono copie fedeli di originali preispanici, una posizione a parte e fondamentale è occupata dal Codex florentinus (Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana), una vera e propria enciclopedia della cultura azteca. Il codice è il risultato del lavoro di Bernardino de Sahagún, che condusse una sorta di ricerca antropologica “ante litteram”, pensata per conoscere in dettaglio il mondo indigeno e sradicare più efficacemente le sopravvivenze pagane.