Èpossibile ancora ammirarli, basta presentarsi, con qualche credenziale, a Londra, British Museum o Victoria and Albert Museum, e si può ottenere che in stanzette riservate ci si affidi qualche esemplare di queste mirabili sintesi, dove avviene il matrimonio tra scrittura e pittura, anche in ciò anticipando gli esiti delle tavole parolibere futuriste, e di tutto lo smisurato arcipelago della poesia concreta, visiva, simbiotica e via elencando, che sono tra i frutti più tipici dei nostri tempi “contemporanei” o postmoderni, forse immemori di quel lontano progenitore.
Si vedano appunto le liriche preziose, l’inno alla tigre (Canti dell’esperienza) o a una Rosa malata. Le parole sono stese in bei
caratteri quasi di sapore gotico, come non ritroveremmo certo in qualsivoglia alfabeto concepito per la tipografia, ma soprattutto sono accorpate in
blocchetti che si guardano bene dal sottostare alla “gabbia” tipografica, rettangolare, preferendo essere avvolti da tralci squisiti, flessuosi, come se
le parole potessero nidificare tra i rami dei vegetali, simili a fiori o frutti di un rigoglioso giardino. Col che, siamo di nuovo a una anticipazione
messa in atto dalla nostra fonte inesauribile, con un altro salto con l’asta Blake ci trascina nel cuore della stagione fin-de-siècle, di fine
Ottocento, che prenderà il nome di Art Nouveau, o, dalle nostre parti, di Liberty, con grande esibizione del cosiddetto fitomorfismo, cioè di forme
ispirate al mondo dei “phytà”, detto in greco, delle piante. Che sono proprio quegli aspetti di legame col mondo degli organismi cui la rivoluzione di
Gutenberg aveva opposto un netto rifiuto.


Esempio tipico di una delle illustrazioni con cui Blake diventava editore di se stesso, procedendo a incidere su lastre sia le parole dei suoi testi, sia le relative immagini. Questo gli permetteva di fare ricorso a caratteri pieni di fascino, corrispondenti all’antica scrittura gotica, quale si usava nei codici stesi dagli amanuensi, e arricchita contestualmente di immagini, dette “miniature”, perché le lettere iniziali erano stese col minio.