Grandi mostre. 4
Giorgione a Castelfranco Veneto (Treviso)

COME UNA SACRA
CONVERSAZIONE

La Pala di Castelfranco commissionata a Giorgione dal condottiero Tuzio Costanzo è al centro dell’esposizione allestita nel Museo Casa Giorgione e in altre sedi dello stesso Comune trevigiano. Un’opera studiata a fondo, come ci racconta qui la curatrice del progetto espositivo, ma di cui ancora non si conosce il significato allegorico. In mostra anche i ritratti di artisti attivi a Venezia nel Cinquecento e preziosi esemplari di antichi tessuti.


Danila Dal Pos

La Pala di Castelfranco con la sua straordinaria esibizione di tessuti è il naturale punto di partenza della mostra Le trame di Giorgione (Castelfranco Veneto, Treviso, Museo Casa Giorgione e altre sedi, fino al 4 marzo 2018) che racconta il pittore di Castelfranco Veneto (1477 circa - 1510) e la sua epoca, non solo attraverso una serie di ritratti degli autori più significativi di questo genere pittorico - attivi nel territorio della Serenissima - ma anche tramite la presentazione di antichi e strepitosi tessuti, che con i dipinti contribuiscono a tracciare una intrigante storia del costume. L’esposizione si addentra poi nel secolo successivo, tra uomini e donne di Treviso, di Padova, di Castelfranco, di Venezia e di Belluno, nomi altisonanti che esibiscono il lusso come fattore identitario.

Un altro nucleo della mostra è quello dedicato al Settecento dove, accanto ai ritratti di Giambattista Tiepolo, Alessandro Longhi, Rosalba Carriera e Pompeo Batoni, troviamo la strepitosa collezione tessile della città. Nei “luoghi di Giorgione” poi, all’interno della cinta muraria, è collocata la straordinaria produzione tessile veneta di oggi. La Pala di Castelfranco viene commissionata a Giorgione da Tuzio Costanzo, con l’obiettivo di rassicurare Venezia sulla sua volontà di stabilirsi definitivamente a Castelfranco, rinunciando così alle richieste inviate alla Serenissima di poter ritornare a Cipro e godere - in qualità di figlio del viceré - dei suoi cospicui beni (la morte improvvisa del figlio di Tuzio, Matteo, costringerà poi Giorgione a delle modifiche, come quella di sostituire il primo basamento con un sarcofago in porfido).