Save Italy


un paesepronto a dimenticare?

di Leonardo Piccinini

Un tiepido sole d’autunno dava tregua al freddo pungente delle pianure del Nord, lo scorso 26 novembre in quel di Cambrai. La cittadina francese festeggiava i cento anni della prima grande battaglia di carri armati della Storia, con l’apertura di un nuovo museo e le strade parate a festa per l’arrivo dei soldati inglesi, oggi come allora con tanto di cornamuse e «Rule Britannia!». Dai video che circolano in rete è possibile rendersi conto della partecipazione di cittadini di ogni età, coinvolti nel ricordo di quelle tristi (e gloriose) giornate. Verdun, Ypres, la Marna: la Francia ha investito molto in questi ultimi anni nel recupero del suo patrimonio storico legato alla prima guerra mondiale, preparandosi per tempo al centenario. Lo ha fatto per dovere di memoria, per omaggio ai caduti, ma anche con il meglio del suo sistema di promozione turistica, agevolato dalle numerose pubblicazioni e dalle gloriose Guides Illustrés Michelin des Champs de Bataille

E da noi? Chi scrive ha ripercorso la scorsa estate ogni tornante, ogni anfratto della strada Cadorna e del monte Grappa, con l’unico conforto della bellezza dei luoghi e della “Guida rossa” Touring: per il resto tutto sembra fermo ai lavori di recupero intrapresi sotto il Ventennio, le lapidi a commento, i cipressi piantati allora, lo straordinario, inquietante cimitero, una manutenzione minima, nulla più. Come ha scritto sul “Corriere della sera” Aldo Cazzullo, «per il centenario di Caporetto sono usciti libri a decine, alcuni molto belli. Sul Piave e sul Grappa neanche uno. La sconfitta ci ispira. 

Ci raccontiamo di aver perso anche le poche guerre che abbiamo vinto». Il monte Grappa, con le gallerie sotterranee scavate per chilometri in condizioni spaventose, visitabili con orari ridicoli e prive dei minimi standard museali, le trincee del Carso, dove si incontrarono per la prima volta (e caddero in massa) le genti d’Italia con i loro mille dialetti, oggi del tutto abbandonate o carenti di manutenzione: ci si domanda davvero quanto conti la Storia d’Italia, con quella “t” (turismo) frettolosamente aggiunta all’acronimo ministeriale Mibac… 

Lamentava qualche tempo fa una delle menti più lucide per la memoria e il significato di quei luoghi, Paolo Rumiz: «“La bataille de la Somme” stava scritto su enormi cartelli tra Amiens e Cambrai. “Chemin des Dames prima uscita”, campeggiava sulla A 26 oltre Reims. Pensai che sul Carso nulla, disperatamente nulla diceva cos’era accaduto a chi passava sulle strade. Per la politica la memoria restava muffa e retorica, e mi chiesi che futuro avesse un Paese così pronto a dimenticare».


Quanto è stato investito per recuperare il patrimonio storico legato alla prima guerra mondiale? Molto in Francia, troppo poco, forse, in Italia. Ma si può vivere senza memoria?


trincea del Carso.


galleria sotterranea del monte Grappa.