L'atmosfera unica di palazzo Zevallos Stigliano, caratterizzata da un gusto architettonico che ricorda nel felice connubio tra marmi, strutture in metallo e vetro i padiglioni delle Esposizioni universali, è senz’altro ideale per la mostra Da De Nittis a Gemito. I napoletani a Parigi negli anni dell’impressionismo (fino all’8 aprile) dedicata a un fenomeno essenziale per capire la vivacità e l’originalità sperimentale della pittura napoletana nella seconda metà dell’Ottocento. I dati emersi da ricerche svolte seguendo via via piste diverse hanno consentito di concludere che gli artisti partenopei, in particolare proprio i pittori, sono stati in assoluto, rispetto a quanti provenivano da ogni altra parte d’Italia, i più presenti, sia per numero sia per la ricaduta che questa fondamentale esperienza ha avuto sulla loro produzione e sulla grande scena parigina, quando la Ville Lumière è stata l’indiscutibile capitale della cultura e dell’arte moderna. I venti pittori selezionati, cui è da aggiungersi quello scultore geniale che è stato Vincenzo Gemito, hanno avuto con Parigi rapporti diversi. Alcuni, come Giuseppe Palizzi, Giuseppe De Nittis e Ulisse Caputo ne hanno fatto la loro città e la sede di una carriera di successo; altri vi hanno passato solo alcuni anni ma decisivi, per esempio Francesco Netti, Antonio Leto, Edoardo Tofano, Antonio Mancini e appunto Gemito; altri ancora, come Domenico Morelli e Michele Cammarano, vi hanno soggiornato occasionalmente per visitare i musei, le esposizioni, gli studi degli artisti più celebrati.
