Grandi mostre. 5
Giovanni Bellini e Andrea Mantegna a Venezia

ARIA
DI FAMIGLIA

Diversi artisticamente ma uniti da un legame familiare - la sorellastra di Bellini sposa Mantegna -, i due maestri del Quattrocento si confrontano alla Fondazione Querini Stampalia attraverso le loro due versioni della Presentazione di Gesù al tempio (per la prima volta in mostra insieme), cuore del progetto espositivo qui descritto da uno dei curatori.


Giovanni Carlo Federico Villa

Un aperitivo di successo, il Bellini di Cipriani, un quartiere popolare di Milano, il Giambellino. Se pochi sono gli artisti che possono fregiarsi di simili riconoscimenti, forse nessuno tra i grandi è negletto quanto Giovanni Bellini (1438/1440-1516). Uomo la cui vita non ha lasciato spazio all’encomiastica ottocentesca, perché raramente un pittore eccelso, un classico alle soglie della modernità, «uno dei grandi poeti d’Italia » nella definizione di Roberto Longhi, è tanto congetturale. Un mito sbiadito in quel Novecento che ha invece esaltato in modo assoluto Andrea Mantegna (1431-1506), l’acme raggiunto nel 1961 a Mantova: duecentocinquantamila visitatori in due mesi, quattro ristampe del catalogo per una mostra epica, capostipite dell’odierna “mostrofilia”.

Due giganti della storia dell’arte occidentale caratterialmente assai distanti ma uniti da un profondo legame familiare: la figlia di Jacopo Bellini e sorellastra di Giovanni, Nicolosia, sposa dal 1453 di Mantegna. Il loro sarà un lungo matrimonio, allietato da sei figli, quasi tutto trascorso ai margini della coltissima corte di Mantova dove Andrea è artista, decoratore e ancor più consigliere del duca per tutte le cose d’arte. Il rapporto fra cognati e fra fratelli lo possiamo soltanto immaginare: nessun documento svela la loro affettività e dimestichezza. Solo le loro opere parlano, a chi voglia intenderle anche come espressione di sentimenti nonché di stile, tecnica, costruzione iconografica. Dal matrimonio generandosi uno dei più appassionanti dialoghi pittorici del Quattrocento, imperniato principalmente sul passo del Vangelo di Luca (2, 22-35) dedicato alla purificazione, soggetto Mantegna, ora nella Gemäldegalerie di Berlino, e della veneziana Presentazione di Gesù al tempio di Giovanni Bellini. Una coppia di opere che, per la prima volta dopo mezzo millennio, si trovano esposte una accanto all’altra a Venezia (Capolavori a confronto. Bellini/Mantegna. Presentazione di Gesù al tempio, fino al 1° luglio). Un evento eccezionale in un’eccelsa cornice: le sale auliche di una delle più straordinarie case-museo del mondo, la Fondazione Querini Stampalia, gioiello neoclassico oggi incastonato tra i mirabili interventi novecenteschi di Carlo Scarpa e Mario Botta.