23febbraio 1918. Il presidente del Consiglio Orlando termina il suo discorso alla Camera citando l’interrogatorio di un sottufficiale austriaco, che parla della popolazione di Fonzaso (Belluno), caduta sotto gli austriaci, e del suo dignitoso atteggiamento «mentre i giovani cantano la canzone, proibita dalle autorità, Monte Grappa tu sei la mia patria! Attendono la controffensiva italiana, che ricacci gli Austriaci. Questa speranza e fede siano di incitamento». Applausi «generali, vivissimi, prolungati» dell’assemblea. Nasce anche così la leggenda del Piave e della resistenza italiana agli austriaci. E oggi? Ho ricordato su Save Italy il modesto stato di manutenzione (quando non di abbandono) dei luoghi che ricordano il primo conflitto mondiale, e in particolare del complesso di Cima Grappa (Veneto). Mi sono arrivati commenti di sostegno e condivisione, evidentemente la memoria è più diffusa tra i cittadini che non presso quelle istituzioni che dovrebbero prendersi cura dei monumenti. Su “La Stampa” del 9 febbraio scorso Andrea Zambenedetti ricorda come, nonostante il 14 dicembre 2012 la presidenza del Consiglio dei ministri abbia fissato gli obiettivi di una “road map” per il restauro dei monumenti di guerra (6 milioni per Cima Grappa), «ad Asiago (Vicenza) i lavori non sono ancora partiti, a Cima Grappa non c’è l’approvazione definitiva del progetto
Save Italy
burocrazia
contro memoria
di Leonardo Piccinini