Dalle poesie futuriste di Filippo Tommaso Marinetti ai progetti faraonici per l’Expo ’42 alla neonata Eur (Roma), manifestazione mai tenutasi a causa del conflitto mondiale, i vent’anni più discussi della storia d’Italia vengono presentati in una chiave inedita con la grande mostra Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918-1943, curata da Germano Celant, alla Fondazione Prada di Milano (fino al 25 giugno). Un itinerario espositivo ampio e ambizioso, che riunisce oltre seicento opere, organizzate secondo un criterio cronologico che tende a ricostruire il clima sociale, culturale e artistico del Ventennio. Non in maniera tradizionale ma con un’attenzione particolare ai diversi contesti nei quali le opere venivano realizzate ed esposte, dall’atelier dell’artista alla collezione privata, dalle esposizioni pubbliche alle mostre di promozione dell’arte italiana all’estero o in patria. «Ci pare necessario iniziare a studiare, nell’ambito della storia dell’arte, il comportamento delle situazioni espositive e allestitive, come studioli, laboratori e Caffè, edizioni e riviste, in quanto espressione di forme di comunicazione e pensiero critico», spiega il curatore.
Grandi mostre. 3
Arte e cultura italiana tra il 1918 e il 1943 a Milano
UN’AVANGUARDIA
AL SERVIZIO DELLA DITTATURA?
Il Ventennio più discusso della storia d’Italia è oggetto dell’articolata mostra alla Fondazione Prada, volta a ricreare attraverso documenti e fotografie d’epoca il contesto sociale, culturale e politico dell’arte di quel periodo e la sua presenza in ambito nazionale e internazionale. A cominciare dal futurismo e dal suo rapporto contraddittorio con il regime fascista.
Ludovico Pratesi