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IL RITRATTO ITALIANO NEL RINASCIMENTO

Ottobre 2024

ART E DOSSIER N. 424

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ROMANINO

ART E DOSSIER N. 425

Immergiti nel mondo dell'arte con un viaggio attraverso le mostre di Christo a Londra, William Eugene Smith a Bologna e Henri Matisse ad Aosta. Esplora il museo immaginario di Alfredo Accatino e le pagine nere di Fabio Isman, che svelano storie inedite dell'ambiente artistico. Scopri i tesori nascosti della Rubenshuis ad Anversa e del nuovo Museo diocesano di Feltre. Approfondisci gli affreschi restaurati del Camposanto monumentale di Pisa e lasciati ispirare dalle opere di artisti antichi nelle aste e nel mercato dell'arte.

Art news

finestre sull’arte - Un viaggio nella vita di Burri di Federico D. Giannini

cortoon - Oscar fra le righe di Luca Antoccia

arte contemporanea - La Quadriennale di Roma si rinnova di Cristina Baldacci

blow up - Man Ray, Ghirri, L’altro sguardo di Giovanna Ferri

dentro l’opera - La scultura come gesto e “vanitas” di Cristina Baldacci

Grandi mostre. 1 Christo a Londra - Un Water Project bianco, rosso e blu di Paola Testoni de Beaufort

Grandi mostre. 2 William Eugene Smith a Bologna - Nel buio della città, l’essenza della vita di Urs Sthael

Grandi mostre. 3 Henri Matisse ad Aosta - Un cavaliere senza ombre di Melisa Garzonio

Grandi mostre. 4 František Kupka a Parigi - Ciò che gli occhi non vedono di Valeria Caldelli

Grandi mostre. 5 La collezione Agrati a Milano - Fra Italia e America di Claudio Pescio

il museo immaginario - Il disordine dell’io di Alfredo Accatino

la pagina nera - Nell’ex studio di scultore lavo auto a tutte l’ore di Fabio Isman

Musei da conoscere. 1 La Rubenshuis ad Anversa - Quando l’Europa parlava barocco di Claudio Pescio

Musei da conoscere. 2 Il nuovo Museo diocesano di Feltre - Uno scrigno di tesori tra Venezia e le Alpi di Tiziana Conte

Studi e riscoperte - Ritratto di giovane uomo con berretto rosso di Jacopo da Pontormo - Non più senza nome di Davide Gasparotto

Grandi restauri - Gli affreschi del Camposanto monumentale di Pisa - Risorgere dalle fiamme di Antonio Paolucci

Grandi mostre. 6 Traiano e l’impero a Roma - “Commentarii” di marmo di Sergio Rinaldi Tufi

in tendenza - Un gigante dell’arte antica di Daniele Liberanome

il gusto dell’arte - Il banchetto al tramonto di Ludovica Sebregondi

Cataloghi e libri a cura di Gloria Fossi

Versione cartacea

Grandi mostre. 5 La collezione Agrati a Milano FRA ITALIA  E AMERICA Le tendenze più innovative emerse dopo la seconda guerra mondiale in una selezione di opere italiane e statunitensi provenienti da una sofisticata raccolta privata. Claudio Pescio a mostra si intitola , e fin dal primo sguardo la sensazione è davvero quella di assistere a una rivelazione. Le opere esposte in questi giorni alle Gallerie d’Italia di Milano rappresentano una selezione di settantatré di cinquecento pezzi che costituiscono la collezione Luigi e Peppino Agrati; selezione che viene presentata al pubblico per la prima volta.  L Arte come rivelazione La rivelazione vera è che il fatto che esistano ancora collezioni in grado di sorprendere per la qualità dei pezzi, tutti appartenenti alla ricerca artistica italiana e internazionale della seconda metà del Novecento e per la coerenza di scelte fatte nel corso di alcuni decenni. L’intera raccolta è entrata a far parte delle collezioni di Intesa Sanpaolo (che organizza la mostra nei propri spazi su piazza della Scala) grazie a una donazione di Luigi Agrati, imprenditore che col fratello Luigi aveva iniziato a collezionare opere d’arte alla fine degli anni Sessanta. La varietà e la vastità degli interessi dei due fratelli è evidente nell’ampiezza del ventaglio dei movimenti e delle tendenze che furono oggetto della loro attenzione, dal minimalismo americano all’arte povera, al concettuale.  Con molti degli artisti rappresentati gli Agrati avevano stretto rapporti di amicizia, in particolare con Christo e Fausto Melotti. Al primo, ancora semisconosciuto, Peppino Agrati commissionò un lavoro per la villa di famiglia in Brianza già nel 1970, e continuò a seguirlo e a finanziare la sua ricerca per molti anni. Il secondo è tra i più rappresentati nella collezione, segno di un rapporto continuo e duraturo. In mostra, di Melotti, troviamo il Savio, concepito nel 1960, in una versione del 1978, quattro ceramiche del 1955-1956, i del 1959-1960 e la del 1980.  Korai Giocolieri Zingara Nell’ambito del monocromo, tendenza molto viva dalla fine degli anni Cinquanta, troviamo Lucio Fontana con un del 1957 e uno del 1965 ( ), Piero Manzoni ed Enrico Castellani, messi in dialogo con l’americano Robert Ryman ( , 1966).  Concetto spaziale Concetto spaziale. Attese Winsor 20 La materia riprende il suo spazio con Alberto Burri ( , 1954), ma anche con Yves Klein, Mario Schifano e Jannis Kounellis. Pino Pascali è presente con la candida , misterioso fossile stilizzato del 1966. La transizione al concettuale è svolta con Luciano Fabro, Alighiero Boetti ( , 1973), Vincenzo Agnetti, Bruce Nauman, Dan Flavin che rende omaggio a uno dei primi collezionisti che apprezzarono il suo lavoro con Untitled (to ), 1968.  Bianco rosso Ricostruzione della balena Ononimo Giuseppe Agrati Infine, le grandi icone pop: Andy Warhol con (1963) e tre opere di Robert Rauschenberg, altro rapporto privilegiato di Peppino Agrati.  Triple Elvis A percorso compiuto si conferma la convinzione che nell’immediato dopoguerra la borghesia imprenditoriale lombarda (o almeno la parte più illuminata di essa) sapesse guardare oltre l’investimento più ovvio dal punto di vista commerciale per seguire la propria curiosità, il proprio gusto, le strade appena aperte dalla creatività internazionale; per consegnarci poi una testimonianza di cultura e di civiltà. Enrico Castellani, Superficie bianca. Dittico (1967). Fausto Melotti, Kore (1955 circa). Robert Rauschenberg, Blue Exit (1961). Arte come rivelazione. Dalla collezione di Luigi e Peppino Agrati A cura di Luca Massimo Barbero Milano, Gallerie d’Italia, piazza della Scala Fino al 19 agosto Orario 9.30-19.30, giovedì 9.30-22.30, chiuso il lunedì www.gallerieditalia.it

Scopri le grandi mostre di Christo, Smith e Matisse. Esplora il nuovo Museo diocesano di Feltre e i restauri del Camposanto di Pisa.

Christo, Smith e Matisse e il Nuovo Museo di Feltre

LUGLIO-AGOSTO 2018

ART E DOSSIER N. 356

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