Grandi mostre. 6
Gubbio al tempo di Giotto a Gubbio

UNA CITTÀCHE FECE SCUOLA

Studi recenti e nuove attribuzioni sono al centro di un’esposizione che approfondisce il contributo dei maestri umbri alla pittura italiana del Due-Trecento.

Susanna Paparatti

Il ruolo determinante che Gubbio (Perugia) ebbe nella formazione di illustri maestri a cavallo fra Duecento e Trecento, impegnati ben oltre l’ambito strettamente locale, è cosa acclarata e testimoniata ancor oggi dagli studi che confermano la presenza nella cittadina umbra di una vera e propria scuola che esportò la sapienza dei suoi esponenti anche nella vicina Assisi. Dopo l’Unità d’Italia, quando venne costituita la Regia commissione conservatrice di belle arti della Provincia dell’Umbria (antesignana della moderna Soprintendenza), gli studi e le ricerche archivistiche avviate da Luigi Bonfatti sugli artisti eugubini nel Medioevo si concretizzarono nelle prime pubblicazioni a loro dedicate. Tali volumi furono lasciati alla Biblioteca sperelliana (Gubbio), in seguito utilizzati e completati dal fondatore dell’Archivio storico per le Marche e l’Umbria, Giuseppe Mazzatinti, e dall’avvocato Oderigi Lucarelli, autore della Guida storica di Gubbio edita nel 1886. In essa Lucarelli sottolineava la funzione svolta dagli artisti di Gubbio, considerati “padri” di quella scuola che diede l’avvio a tutta la grande arte umbra, riassunta con gli «splendidissimi» affreschi del Perugino e nei successivi dipinti del «divino» Raffaello. Come spesso accade quando si tratta di teorie, tesi e attribuzioni, il confronto è d’obbligo e non tardò neppure in quella occasione, tanto che, nel fascicolo poi pubblicato dall’Archivio storico, Giuseppe Mazzatinti dissentiva sull’eccessiva importanza data ai maestri di Gubbio e sulla possibilità che da questi avesse tratto origine la scuola che faceva riferimento al Perugino e poi a Raffaello. 

Nelle parole usate dallo storico dell’arte Cavalcaselle - noto per sostenere le proprie idee, oltre che sulla base di quanto contenuto nei documenti, anche dimostrando particolare intuito nel confrontare artisti e opere - trovò autorità la controrisposta di Lucarelli; questi infatti citò alcune pagine del IV volume dell’edizione originale (1883) della Storia della pittura in Italia dal secolo II al secolo XVI dello stesso Cavalcaselle, appunto, che scriveva: «I pittori dell’Umbria incominciarono dunque con la scuola dei miniatori fondata da Oderisio e la loro maniera di colorire, chiara, gaia e trasparente, morbida e ricca di tinte ben fuse fra loro, n’è la riprova».


Le opere qui illustrate, prive di date specifiche, sono riferibili al periodo compreso tra il XIII e il XIV secolo. Maestro delle croci francescane (Guido di Pietro da Gubbio), Messale romano, Crocifissione, Assisi, Biblioteca del sacro convento, ms. 262.