Arte contemporanea apre la Fondazione Antonio Dalle Nogare Cristina Baldacci ra i picchi rocciosi nei dintorni di Bolzano, ha da poco inaugurato la Fondazione Antonio Dalle Nogare, nuovo centro dedicato all’arte contemporanea fortemente legato al territorio altoatesino. Il suo fondatore è l’imprenditore edile Antonio Dalle Nogare, che negli anni ha raccolto una raffinata collezione, il cui fiore all’occhiello è un ampio nucleo d’arte concettuale, con lavori, tra gli altri, di Agnetti, Graham, Manzoni, Turrell. t L’amore per un certo minimalismo concettuale traspare anche dall’edificio in calcestruzzo, su modello di una piccola Kunsthalle mitteleuropea, progettato dagli architetti Walter Angonese e Andrea Marastoni, quando, una decina di anni fa, Dalle Nogare decise di costruire una casa - già visitabile su appuntamento dal 2011 - per vivere insieme alle sue opere. Ciò che caratterizza la neonata Fondazione è la vocazione pubblica, non solo come spazio espositivo per progetti temporanei e come biblioteca d’arte, ma anche come polo di divulgazione culturale attento alle collaborazioni con altre figure e istituzioni locali come Merano Arte e Museion. «La Fondazione», sottolinea Dalle Nogare, «nasce per promuovere l’arte contemporanea, intesa come linguaggio per leggere i cambiamenti della società, come strumento di dialogo tra arte, architettura, innovazione e ricerca artistica e come mezzo per stimolare la partecipazione di diverse tipologie di pubblico». Una veduta esterna della Fondazione Antonio Dalle Nogare. Il neonato spazio dedicato all’arte contemporanea, nei dintorni di Bolzano, è ispirato al modello di una piccola Kunsthalle mitteleuropea È per questo che il suo nuovo impegno mecenatistico riguarda principalmente una serie di produzioni d’artista che vedranno coinvolti nomi emergenti a livello internazionale chiamati a ideare un’installazione site-specific. A inaugurare il programma è il libanese Rayyane Tabet con Fault Line (dal 22 settembre 2018 al 1° giugno 2019), una personale che il curatore Vincenzo de Bellis così ci introduce: «La mostra è praticamente un’unica grande opera, di un’articolazione concettuale e complessità realizzativa davvero elevata. La straordinarietà è che tutto questo non appesantisce l’opera, anzi, essa appare muta, silenziosa e paradossalmente - trovo che questo sia l’aspetto più affascinante di tutti - semplice e invitante». La mostra, a cui Tabet sta lavorando da mesi con alla base - com’è sua consuetudine - una serrata ricerca e un ampio coinvolgimento di attori sul posto (tra cui l’ufficio geologico provinciale, l’archivio storico cittadino e alcuni proprietari di cave della zona), è infatti articolata su tre diversi livelli d’indagine. Il primo, di carattere geografico-geologico, ha come motivo conduttore le cave di marmo di Lasa - anomalia geologica del territorio altoatesino, caratterizzato soprattutto da porfido e dolomia - di cui Tabet si è appropriato riproducendo, al piano terra della Fondazione, un paesaggio montuoso fatto di cumuli di marmo polverizzato. Il secondo livello è di tipo socio-economico: Tabet ha ripreso uno dei prodotti locali di maggiore successo, la lametta da barba Bolzano, e ne ha disposti più esemplari su un’unica fila perpendicolare al muro, come a tagliare le pareti dello spazio espositivo ad altezza della sua spalla, formando così un orizzonte metallico. Questa linea continua genera un senso di pericolo ed è un richiamo perturbante all’industria di metallo pesante che durante la guerra, invece di fabbricare lamette, era stata convertita alla produzione di armamenti. Il terzo livello si riferisce alla sfera privata e ha come protagonista il paesaggista tirolese Hans Josef Weber- Tyrol, di cui Dalle Nogare possiede un acquerello. Tabet lo ha preso dalla collezione e disposto su un cavalletto al centro dell’installazione creando un ideale dialogo con il paesaggio circostante. Ha così messo a confronto tre possibili versioni di uno stesso soggetto: il paesaggio come realtà in sé, come panorama che appare dalle finestre della Fondazione e come immagine rappresentata dalla pittura. Fondazione Antonio Dalle Nogare Bolzano, via Rafensteiner 19 Fault Line, a cura di Vincenzo de Bellis dal 22 settembre 2018 al 1° giugno 2019 www.fondazioneantoniodallenogare.com