Blow up RONIS, SCIANNA, MOON di Giovanna Ferri pprende il mestiere nell’atelier fotografico del padre a Montmartre, e realizza le sue prime fotografie all’età di sedici anni. Willy Ronis (1910-2009), nato a Parigi da una famiglia di ebrei emigrati dall’Europa dell’Est, reporter, fotografo industriale, illustratore ed esponente di spicco del movimento umanista francese insieme, tra gli altri, a Brassaï, Robert Doisneau, Henri Cartier-Bresson, amava immortalare momenti di vita ordinaria. Con il suo sguardo ricavava dalla casualità di ogni istante immagini armoniche caratterizzate da un giusto equilibrio tra luci e forme, immediatezza e attesa, chiare nel trasmettere senso ed emozioni. Nella sua lunga carriera, Ronis ha colto con il suo obiettivo gente che incontrava per le strade di Parigi o nel Sud della Francia ma anche i propri familiari. In Le nu provençal, Gordes A 1949, la modella ritratta di spalle nella stanza di una casa di campagna è la moglie Marie- Anne nell’atto di rinfrescarsi per la calura estiva con l’acqua di un catino vicino a una finestra. Uno scatto, prosaico e poetico, che può richiamare alla mente le ambientazioni intimistiche e i nudi femminili di Pierre Bonnard. Miltante comunista, Ronis ha rivolto la sua attenzione anche alla classe operaia, agli esclusi, ai prigionieri di guerra e ha lasciato traccia della sua fervida curiosità attraverso le testimonianze visive legate ai viaggi compiuti in Italia, Inghilterra, Russia, Germania, Cecoslovacchia. Ora, centoventi stampe vintage sono la prova del talento dell’artista francese protagonista della più esaustiva retrospettiva allestita nel nostro paese ( ), a cura di Matthieu Rivallin. A , Venezia, Casa dei Tre Oci, fino al 6 gennaio 2019, www.treoci.org Willy Ronis. Fotografie 1934-1998 Willy Ronis, Le nu provençal, Gordes 1949, Parigi, Médiathèque de l’architecture et du patrimoine. I genitori lo avrebbero voluto avvocato o medico ma Ferdinando Scianna (Bagheria, 1943) scopre, neanche ventenne, la passione per la fotografia. Attorno al 1963 poi l’incontro con Leonardo Sciascia gli apre una finestra sul mondo. Impara dallo scrittore, drammaturgo e poeta siciliano un determinato modo di pensare e vedere le cose, di interpretare le vicende umane proprio attraverso la fotografia (l’interesse per il linguaggio fotografico impegnò Sciascia per circa un ventennio). Con lui nel 1964 pubblica Feste religiose in Sicilia. Un’esperienza fondamentale che porta Scianna ad avvicinarsi anche alla scrittura. Due arti (fotografia e scrittura) che diventano vitali nel suo percorso artistico dove ogni immagine già sottende di per sé un racconto, una trama fitta di rimandi e nitide reminiscenze. Uno stile, il suo, privo di impronta didascalica come dimostra l’ampia raccolta dei suoi lavori fotografici in mostra ai , a cura di Paola Bergna, Denis Curti e Alberto Bianda. Musei San Domenico di Forlì ( , dal 22 settembre 2018 al 6 gennaio 2019, www.mostraferdinandoscianna. it) Ferdinando Scianna. Viaggio, racconto, memoria Ferdinando Scianna, Marpessa, Caltagirone 1987. La fotografia entra nella sua vita nel 1968 e dal 1970 realizza campagne pubblicitarie per grandi firme della moda come Cacharel, Dior, Chanel e Valentino. Definire però Sarah Moon (pseudonimo di Marielle Warin, nata a Vernon nel 1941) come fotografa di moda sarebbe riduttivo. È anche filmmaker (basti pensare ai cortometraggi e documentari dedicati all’amico Cartier-Bresson o a Lillian Bassman). Dal 1985, inoltre, Moon intraprende con la sua macchina fotografica una ricerca personale volta ad affrontare temi quali la precarietà, la fragilità, la caducità della bellezza e lo scorrere incessante del tempo. Aspetti che ritroviamo in circa novanta scatti esposti alla , dove l’effetto di incertezza ed evanescenza, sospensione e frammentarietà diventa nutrimento per l’universo immaginativo di una delle protagoniste della scena contemporanea francese. Visioni che possono evocare un ricordo sbiadito in una dimensione spazio-tempo volutamente sfocata. Galleria Carla Sozzani di Milano, fino al 6 gennaio 2019 ( , www.galleriacarlasozzani.org) Sarah Moon. Time at Work Sarah Moon, L’avant-dernière (2008). IN BREVE: Wildlife Photographer of the Year 53 Milano, Fondazione Luciana Matalon dal 5 ottobre al 9 dicembre www.radicediunopercento.it CAMERA POP. La fotografia nella Pop Art di Warhol, Schifano & Co Torino, Camera - Centro italiano per la fotografia fino al 13 gennaio 2019 www.camera.to