Grandi mostre. 5
Gustave Courbet a Ferrara

FIERO DI ESSERE
RIVOLUZIONARIO

Dotato di un’indole indomita e di una sicurezza innata, Gustave Courbet, considerato il padre del realismo, ha rovesciato i codici accademici dei generi pittorici e apportato un rinnovamento radicale alla pittura di paesaggio, terreno di sperimentazione privilegiato per l’artista francese come dimostra l’esposizione qui raccontata da una delle curatrici.


Maria Luisa Pacelli

Gustave Courbet fa la sua prima comparsa sulla scena artistica parigina con l’Autoritratto con cane nero, dipinto che nel 1844 segnò il suo debutto al Salon. In quest’opera, che accoglie il visitatore della mostra di Palazzo dei diamanti (Ferrara) dedicata alla pittura di paesaggio del maestro francese, Courbet si presenta come un giovane elegantemente vestito che reca con sé la cartella dei disegni e ha al proprio fianco il suo cane da caccia. Cane e padrone, dipinti sullo sfondo di un paesaggio della Franca Contea (oggi confluita nella regione Borgogna-Franca Contea), terra d’origine dell’artista, condividono un atteggiamento fiero e distaccato.

Sono molti i messaggi che il pittore indirizza al proprio pubblico con questo autoritratto, primo fra tutti l’innata sicurezza nei propri mezzi, nonostante la giovane età. Nato nel 1819 nel piccolo villaggio di Ornans e arrivato a Parigi nel 1839 per completare la propria formazione, all’epoca ha solo venticinque anni, ma già guarda il mondo dall’alto in basso. Significativo è anche il fatto che le figure si staglino su un paesaggio della regione natale dell’artista a sottolineare il rapporto identitario che lo lega a quei luoghi, fonte inesauribile d’ispirazione e di motivi pittorici, e chiave di una strategia promozionale di grande efficacia.