Finestre sull'Arte da migliaia di pezzi una raccolta di Federico D. Giannini accontare il XX secolo attraverso un fitto dialogo tra arte, design, pubblicità, editoria: è questo l’obiettivo della Fondazione Massimo e Sonia Cirulli, che da aprile ha aperto al pubblico presso la sede di San Lazzaro di Savena (Bologna). Massimo Cirulli, che ha istituito la Fondazione nel 2015 assieme alla moglie Sonia, ha le idee chiare: «Per me è interessante poter far vedere a un pubblico, il più ampio possibile, la storia d’Italia attraverso diverse chiavi d’interpretazione». R La storia di Massimo Cirulli, invece, ha inizio negli anni Ottanta, quando cominciava a collezionare negli Stati Uniti: c’era, all’epoca, una forte richiesta di opere di artisti italiani dei primi decenni del Novecento. E occorreva esser veloci, battere sul tempo gli altri collezionisti, per non lasciarsi sfuggire buone occasioni: «In America ho imparato a rapportarmi all’opera in tre secondi: in tre secondi, cioè, bisogna capire se l’opera è buona. Ed è una gara che ho sempre fatto con tanti collezionisti, quella d’impiegare il minor tempo per capire se un’opera vibra e se funziona». Nasceva così una raccolta da migliaia di pezzi: artisti come Boccioni, Carrà, Balla, Russolo, Depero, fino ad arrivare a Munari, Burri, Fontana, Mulas. Adesso gran parte delle opere verrà esposta, a rotazione, in una serie di mostre allestite negli spazi del grande edificio di San Lazzaro di Savena sulla via Emilia, progettato nel 1960 da Achille e Pier Giacomo Castiglioni per Dino Gavina. «Ho trovato un posto magico, l’ho riempito di cose magiche, faremo mostre penso magiche», sottolinea Cirulli, «ci occuperemo di futurismo, dei modernismi in Italia, poi dell’Art Déco, poi della moda, quindi dei rapporti tra arte e industria, e di molto altro». Alfredo Gauro Ambrosi, La squadra atlantica sorvola Chicago (1933). L’opera è esposta alla Fondazione Cirulli nell’ambito della mostra Universo futurista fino al 18 novembre. Aperta al pubblico, da aprile, la Fondazione Massimo e Sonia Cirulli racconta l’arte italiana del Novecento Con un punto fermo: evitare le trovate facili. «Ora», tiene a ribadire Cirulli, «vanno di moda le mostre “blockbuster”, con materiale d’importazione, con artisti che non c’entrano niente con l’Italia: il paradosso è che con pochi euro puoi prendere l’aereo e andare a Otterlo, a Parigi o ad Amsterdam per vedere delle ottime mostre su Van Gogh o sugli impressionisti. Penso che sia ora di dare un’offerta diversa al grande pubblico, e di trovare il coraggio di avere idee nuove». E tutto ciò dinanzi a quella che Cirulli considera la sfida maggiore: diventare autosostenibili dal punto di vista finanziario. «Vogliamo far vedere che la cultura, se fatta con taglio imprenditoriale, ha la possibilità anche di autosostenersi. Noi siamo fortunati perché col nostro materiale, un archivio da duecentomila opere, possiamo fare mostre in continuazione, producendole in casa. E questa sfida ci dà una grande carica propositiva. Bisogna avere grande passione, grande consapevolezza, grande amore per l’arte, bisogna avere idee». Fondazione Massimo e Sonia Cirulli San Lazzaro di Savena (Bologna), via Emilia 275 in corso fino al 18 novembre Universo futurista venerdì 15-19, sabato e domenica 11-20 telefono 051-628 8300 fondazione@fondazionecirulli.org www.fondazionecirulli.org