Blow up PENDULUM, BORGA CAMERA POP, di Giovanna Ferri ondra 1956. Alla Whitechapel Art Gallery, in occasione della mostra , Richard Hamilton (1922-2011) realizza il noto collage È con quest’opera che, comunemente, si ritiene abbia inizio la Pop Art, che raggiunge la sua maturazione e si diffonde ampiamente sia negli Stati Uniti sia in Europa con la Biennale di Venezia del 1964. Nell’esposizione del 1956 e in altre precedenti, sempre organizzate nella capitale inglese dall’Independent Group (di cui Hamilton faceva parte, insieme, tra gli altri, al critico d’arte Lawrence Alloway e all’artista Eduardo Paolozzi), la fotografia riveste un’importanza fondamentale non solo come documento ma anche come opera autonoma (non a caso un membro cruciale del gruppo era un fotografo, Nigel Henderson). Ed è proprio sul rapporto tra Pop Art e fotografia che il progetto in corso, curato da Walter Guadagnini, intende porre l’attenzione . Un rapporto che si è sviluppato almeno da metà anni Cinquanta a metà anni Settanta, che ha abbracciato argomenti riguardanti la meccanicità, la riproducibilità, la serialità, l’inquadratura, che ha previsto la presenza delle immagini fotografiche nelle opere pop e una stretta collaborazione tra artisti e fotografi. Centocinquanta i lavori esposti tra i quali (1966) di Rotella e l’iconica (1967) di Warhol. L This is Tomorrow Just What Is It That Makes Today’s Homes so Different, so Appealing? ( , Torino, Camera - Centro italiano per la fotografia, fino al 13 gennaio 2019, www.camera.to) Camera Pop. La fotografia nella Pop Art di Warhol, Schifano & Co. Divertiamoci Marilyn Richard Hamilton, Just What Was It That Made Yesterday’s Homes so Different, so Appealing? (replica del 2004 con titolo aggiornato dell’originale del 1956). Correre, spostarsi, mutare, delocalizzare, acquisire, sostituire, diversificare, senza sosta, in fretta. Niente, oggi, sembra arrestare il ritmo serrato del nostro vivere quotidiano. A esclusione delle migrazioni. In questo caso la frenata è netta, il passo rallenta, si alzano i muri. A questi aspetti è rivolta la mostra , a cura di Urs Stahel, per celebrare cinque anni di apertura del Centro multifunzionale di Bologna. L’immagine del pendolo, come sostiene il curatore, «simboleggia il passare del tempo. Il suo oscillare è anche sinonimo di cambiamenti improvvisi d’opinione, di convinzioni che si ribaltano nel loro contrario». Ma il pendolo richiama alla memoria anche il traffico dei pendolari, di merci, di promesse, di soldi. Otre duecentocinquanta scatti, storici e contemporanei, di autori come Mimmo Jodice, Luca Campigotto, Robert Frank, Sonja Braas, Ugo Mulas, Richard Mosse, Helen Levitt rappresentano una testimonianza visiva di processi inarrestabili che hanno coinvolto e continuano a coinvolgere il mondo intero sia dal punto di vista socioculturale sia da quello industriale. (fino al 13 gennaio 2019, www.mast. org) Pendulum. Merci e persone in movimento. Immagini dalla collezione della Fondazione Mast Mimmo Jodice, Napoli, Manifestazione a piazza Garibaldi (1967), Bologna, Fondazione Mast. Fotoreporter e scrittore valdostano, Ugo Lucio Borga (1972) si occupa di guerre, crisi umanitarie, tematiche ambientali e sociali, dall’Europa all’Africa, dall’Asia al Medio Oriente al Sud America. Attraverso i suoi scatti in bianco e nero, dotati di intensità espressiva e proporzione compositiva - che dimostrano una particolare vicinanza al lavoro del londinese Donald McCullin (1935) - Borga offre, con impeccabile rigore e spesso con imprevista poesia, un’interpretazione della realtà immediata e stratificata, che fa riflettere senza scorciatoie. Un approccio narrativo, il suo, che unisce, alle immagini, testi di approfondimento. È quanto possiamo constatare nel percorso espositivo (con centoventi fotografie) curato da Daria Jorioz: . , fino al 31 marzo 2019 al Museo archeologico regionale di Aosta (www.regione.vda.it) Ugo Lucio Borga. Collateral Damages Ugo Lucio Borga, Un bambino alla finestra di una casa colpita da proiettili, periferia di Idlib (Siria) 2012. IN BREVE: Wildlife Photographer of the Year Milano, Fondazione Luciana Matalon fino al 2 dicembre www.fondazionematalon.org, www.radicediunopercento.it Elliott Erwitt: i cani sono come gli umani solo con più capelli Treviso, Casa dei Carraresi fino al 3 febbraio 2019 www.casadeicarraresi.it