Quel segno sporco, quella pennellata un po’ rude, quella disinvoltura, l’atteggiamento stesso dei soggetti, sicuri di sé e leggibili perfettamente nei loro pensieri, emozioni, stati d’animo non potevano sfuggire all’ammirazione incondizionata di alcuni fra i più inquieti spiriti della pittura europea e americana di metà-secondo Ottocento: Courbet, Manet, Sargent, Liebermann, Van Gogh adoravano Frans Hals. E Haarlem, la città olandese che ne conserva tuttora i dipinti più importanti, era assediata da copisti e ammiratori.
La mostra in corso al Frans Hals Museum di Haarlem racconta e illustra questa infatuazione, che spiega in modo efficace alcuni tornanti della storia
dell’arte moderna e certi sviluppi che solo l’incontro con la pittura di Hals può aver suggerito. Al tempo stesso, è questo interesse “recente” che
ha restituito al pittore un ruolo decisivo nella vicenda del Secolo d’oro del Seicento olandese.

