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TIEPIDO MA NON ASSENTE
L'INTERESSE PER FRIEDRICH

di Daniele Liberanome

Se il mercato dell’Ottocento è in crisi, un esponente del romanticismo come Caspar Friedrich non può certamente non esserne colpito: opere milionarie solo cinque ma quelle di qualità ottengono comunque buoni risultati

Colpito ma non affondato dalla crisi del mercato dell’Ottocento, Caspar David Friedrich (1774-1840) ha lasciato una traccia indelebile nel romanticismo, anche al di fuori della sua Germania. Un capolavoro come Viandante sul mare di nebbia, oggi alla Kunsthalle di Amburgo, è considerato un’icona del periodo: niente più riferimenti al passato classico dettati dall’illuminismo francese e dal forte sapore universalistico, ma focalizzazione sull’emozione tutta personale, trasmessa dalla contemplazione della natura. Dall’opera scaturisce inevitabilmente la riflessione sulla pochezza dell’uomo che, perfino se il più grande, rimane in secondo piano di fronte all’immensità dei fenomeni naturali che lo circondano.

Nato a Greifswald, sulle rive del mar Baltico, ma trasferitosi presto a Dresda, Friedrich trascorse tutta la sua vita in patria, dove venne presto apprezzato come simbolo della Germania antinapoleonica. Ma fin dalla maturità, il suo talento iniziò a essere meno considerato per poi finire dimenticato, quando la crescita iperbolica dell’industria prussiana mise al centro la città con il suo fragore a scapito della natura e della sua immutabilità. Venne riscoperto più tardi, nel primo Novecento, quando l’emozione tornò al centro dell’arte e, soprattutto dai nazisti, fu ritenuto simbolo di sentimenti “tedeschi”. Non deve quindi stupire se, dopo l’ultima guerra mondiale, non se ne sentì più parlare fino agli anni Settanta, quando tornò di nuovo sulle scene.