È un mondo vittoriano quello che illustra con grande ricchezza di dettagli Robert Braithwaite Martineau (Londra 1826-1869), scandagliandolo con occhio moralista. Lo stesso sguardo, puntualissimo ma fortemente critico, che un altro artista inglese, William Hogarth, aveva rivolto alla società del suo paese circa un secolo prima. L’ultimo giorno nella vecchia casa descrive l’abbandono forzato dei Pulleyne della dimora familiare, Hardham Court, e di tutto quanto contiene, come si apprende dal catalogo Christie’s caduto sul pavimento. Tutto viene lasciato alle proprie spalle a causa della passione del padrone di casa per le corse di cavalli, come mostra la stampa appoggiata in basso a sinistra. L’uomo imprevidente, causa del tracollo economico, brinda insieme al figlioletto, pago di un piacere effimero. Le donne invece, consapevoli del dramma che le attende, siedono a sinistra: la vecchia madre di spalle paga il maggiordomo che stringe le chiavi del maniero, la moglie si abbandona con aria mesta e gesto stanco, la bambina stringe - unica certezza - la sua bambola. Armature, dipinti, tappeti, tappezzerie parlano di una tradizione creata nei secoli, che comportamenti spregiudicati e irresponsabili hanno distrutto in una generazione. Anche il rito della tavola apparecchiata con cura viene stravolto e sulla tovaglia è appoggiata una grande bottiglia di champagne da cui l’uomo e il figlio stanno bevendo. È l’ultimo giorno nella casa avita, si sta cercando una nuova sistemazione in un appartamento come attesta il giornale appoggiato sul tavolino; non vi saranno più pasti accurati, il rituale del tè che contraddistingue e scandisce i pomeriggi del mondo anglosassone.
Il gusto dell'arte
PUNTI DI VISTA
A CONFRONTO
di Ludovica Sebregondi