Flora Commedia, la personale di Cai Guo-Qiang (nato nel 1957, vive e lavora a New York) che le Gallerie degli Uffizi ospitano fino al 17 febbraio, è uno degli eventi espositivi nei quali si articola un progetto di più ampio respiro, un percorso di riflessione sull’arte europea del passato avviato ormai da qualche anno dall’artista cinese: An Individual’s Journey through Western Art History, che ha finora visto come sedi Mosca con il Museo Puškin e Madrid con il Prado.
Se nel museo spagnolo l’interesse era rivolto soprattutto a El Greco - sentito come una sorta di “rifugio spirituale” - e ai grandi coloristi come Tiziano, Velázquez e Rubens, a Firenze non poteva non nascere un confronto con la pittura del Rinascimento e con la tradizione del disegno toscano. La Primavera di Botticelli fornisce lo spunto per il grande disegno preparatorio per l’evento pirotecnico diurno ideato per la città toscana, City of Flowers in the Sky. È sempre la Primavera, dove i fiori del prato e dell’abito di Flora sono raffigurati con grande dovizia di particolari, a ispirare una ricerca figurativa sulle antiche varietà floreali del Rinascimento. L’esposizione che ne deriva si articola in una serie di “giardini” comunicanti - il giardino della natura, del cosmo, del Rinascimento, bianco, nero, erotico e così via - in un’infilata di dieci sale nell’ala di levante degli Uffizi.
Il decorativismo che spesso connota le opere popolate da rappresentazioni floreali - che si tratti della pittura tradizionale cinese su rotolo o della
natura morta occidentale - viene qui declinato in chiave esistenziale e dà vita a un allestimento che, pur ponendosi in continuità ideale con le
installazioni e le celebri performance pirotecniche diurne, si configura come una mostra essenzialmente di pittura.